L'Immacolata e la storia - Milizia dell'Immacolata Zona Bagheria

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Diego Torre - L'IMMACOLATA E LA STORIA

MILIZIA DELL'IMMACOLATA SICILIA

Riservato ai Militi dell'Immacolata
Questi appunti sull'Immacolata e la storia sono frutto di una riflessione di fede sulla presenza operante di Maria nella storia della Chiesa e del mondo e sugli eventi cosmici, del passato e del presente.

L'autore, Diego Torre, membro del movimento Mariano della Milizia dell'Immacolata, fervente devoto e amante dell'Immacolata, rilegge alcuni eventi del passato e del presente in generale, e, della Sicilia in particolare, con riferimento specifico a Palermo, alla luce degli interventi della Vergine Ss.ma.  L'Immacolata, la donna della storia, si inserisce nel vivo di tali eventi attraverso le apparizioni: a Parigi, a S.Caterina Labourè, proponendo la Medaglia Miracolosa; a Lourdes, invitando alla recita del S. Rosario; a La Salette, richiamando al rispetto del nome di Dio, contro la bestemmia e alla celebrazione del giorno del Signore; a Fatima, suggerendo ancora la recita del S. Rosario e sollecitando la consacrazione al Suo Cuore Immacolato; fino alla lacrimazione di Siracusa, di cui ricorre quest'anno il 50° Anniversario.

La storia della Chiesa è costellata di interventi della Vergine, per richiamare gli uomini all'accoglienza degli insegnamenti del Figlio, rinnovando così l'invito ai servi delle nozze di Cana: "Fate quello che egli vi dirà". L'invito quindi a desistere dalla volontà di onnipotenza dell'uomo, per riconoscere la propria dipendenza dal Creatore.

La Chiesa ha risposto ai richiami della Vergine, nelle sue varie componenti (chierici, laici, religiosi), e con la proclamazione di  due dogmi mariani: l'Immacolata Concezione nel 1854 e l'Assunzione in anima e corpo in cielo nel 1950. Nella convinzione dell'autore, la storia continua: la presenza operante di Maria nella vita della Chiesa e dell'umanità oggi è più viva che mai. E l'ultimo documento del Santo Padre Giovanni PaoloII "Il rosario della Vergine Maria", con l'indizione dell'anno del Rosario, è ancora una volta la risposta della Chiesa alla materna premura della Vergine a favore di coloro che Gesù Le ha affidato dalla Croce.

In tale contesto si inserisce la Milizia dell'Immacolata, movimento mariano istituito da S. Massimiliano Maria Kolbe nel 1917, con lo scopo preciso di promuovere il rinnovamento della vita cristiana nella Chiesa e nel mondo, attraverso una intensa vita di comunione con Lei che sfoci in una disponibilità piena  per l'avvento del Regno di Gesù nel mondo, espressa nella totale Consacrazione a Lei "come cosa e proprietà sua".

La proposta di tale via di santità è come il filo d'oro che attraversa tutte le pagine del testo.
Auguro all'autore, che, attraverso queste pagine possa comunicare lo stesso entusiasmo di vita mariana che lo ha spinto a scriverle.

Fra Luigi Maria
Assistente regionale della Milizia dell'Immacolata

INTRODUZIONE

Nel capitolo 1 del vangelo di Luca, Maria disse di sè: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Noi lo crediamo con fermezza e verifichiamo nei secoli quanto sia stato ed è vero ciò che Ella ancora profetizzò:”D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno Beata". Questi appunti sono il contributo all'attuazione di questa profezia di un appartenente alla Milizia dell'Immacolata di questa generazione.


La teologia cattolica ci ha insegnato nei secoli che de Maria numquam satis, di Maria non si saprà mai abbastanza. Pertanto la conoscenza della Madre di Dio  progredisce nel tempo e riceve il contributo degli uomini guidati dallo Spirito Santo, e, a volte, quello diretto ed esplicito del cielo. In quest'ultimo caso il linguaggio è alle volte silenzioso, ma carico di segni che rendono ugualmente chiaro il messaggio.

A Lourdes la Madre di Dio si presentò vestita di bianco (immacolata), con una fascia azzurra ai fianchi (ambasciatrice celeste), con in mano la corona (a ricordarci l'importanza del rosario). Ciascun piede, nudo, era ornato da una rosa d'oro: la rosa è la regina dei fiori, così Maria è la regina dei santi; dove i santi finiscono a conclusione della loro vita, Maria invece comincia, perché Immacolata. Maria, madre della Chiesa,  immagine della Chiesa, ha tutta la santità della Chiesa; tutti i santi partecipano della Sua immacolatezza, della Sua santità, poiché a Lei, in previsione dei meriti del Salvatore Gesù, è stata applicata la salvezza in maniera preventiva, mentre a tutti gli altri uomini la salvezza arriva in maniera medicinale dopo la malattia del peccato. I santi padri assegnano a Maria il posto del collo nel corpo mistico e La chiamano “collo della Chiesa”, perché Ella unisce Gesù, capo del corpo mistico, alle sue membra, cosicché tutte la santità del capo Gesù passa nelle membra attraverso Maria Immacolata. Il titolo “Maria, collo del corpo mistico” lo troviamo in S. Girolamo (sermone dell'assunzione della Beata Vergine), in S. Tommaso d'Aquino (“Teologia della mente e del cuore” tomo 2°, libro 10°, cap.1°, speculazione 2^, nella reflessione “in Cristo fu la pienezza della grazia, come nel capo, da cui proviene in Maria, come nel collo, per cui si diffonde alle membra”), ed in tantissimi altri autori. Tutto ciò fa intravedere quanto Maria incida nella storia della salvezza di ciascun uomo e di tutta l'umanità.

Tanta grandezza va particolarmente attribuita ad una caratteristica di Maria, il suo immacolato concepimento, con cui Ella, da Lourdes in poi, si è più volte identificata, e al rapporto fra esso e la storia più recente. Un filo discreto ma indistruttibile collega infatti l'Immacolata e la storia degli uomini. L'avanzare (se non il precipitare) dei tempi, lo rende ogni giorno più visibile, per chi abbia occhi per vedere ed orecchi per sentire. Per partecipare della strategia di Dio nella storia bisogna collegarsi ad esso, ed innestarsi nell'azione dell'Immacolata, con Lei, in Lei, per mezzo di Lei.

L'IMMACOLATA REGINA DELLA CONTRO-RIVOLUZIONE

Il male

Stiamo assistendo, da almeno mezzo millennio, ad un processo di scristianizzazione e di disumanizzazione i cui effetti sono palesi. L'allontanamento da Dio, a partire dal cosiddetto Umanesimo, ha riesumato anche tra i popoli di antica evangelizzazione istituti e norme ormai superati dalla civiltà cristiana (divorzio, aborto, eutanasia, schiavitù), ha distolto milioni di uomini dalla retta interpretazione delle sacre scritture e dalla pratica dei sacramenti, ha aggredito i valori naturali  della famiglia e della proprietà, ha surrogato la sussidiarietà con lo statalismo accentratore, ha colpito le aggregazioni derivanti dal lavoro, dalla cultura, dalle arti e dal territorio, svuotandole della loro autonomia, ha idolatrato il lavoro sminuendolo a mezzo di esclusivo arricchimento e  successo, ha degenerato il ruolo del capitale a mezzo di sfruttamento e gli ha contrapposto il livellamento comunista, col medesimo effetto di ridurre l'uomo alla dimensione economica, ha subordinato la politica all'economia e l'economia alla finanza, ha attentato alla vita con un uso sacrilego, diabolico ed omicida della scienza, ha sommerso i popoli con pornografia, pedofilia, traffico d'organi, schiavitù e prostituzione minorile, fame e miseria su scala continentale, omosessualità, immoralità pubblica e privata, tumori, aids, devastazione dell'ambiente, atrofia delle menti e formazione artificiosa dell'opinione pubblica con i mass-media, estinzione delle personalità con la droga, perdita dell'identità sessuale, personale, familiare, culturale, nazionale, religiosa; ed ancor peggio, con superstizione, parapsicologia, esoterismo, magia, spiritismo e satanismo.

E' un analisi dolorosa, nel fare la quale ci sorregge solo la fede in Dio e nella sua Madre celeste. E' un processo di chiare origini preternaturali, giacchè solo una regia diabolica ne spiega la durata, l'astuzia, ed il successo. Questo nemico«si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un nemico divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia anche attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il giudizio empio: Dio è morto; anzi, non è mai stato» (Pio XII, 12.10.52).

Questa analisi è confermata da Giovanni Paolo II al terzo forum della fondazione De Gasperi del 23.02.2002:“Purtroppo, alla metà dello scorso millennio ha avuto inizio, e dal Settecento in poi si è particolarmente sviluppato, un processo di secolarizzazione che ha preteso di escludere Dio e il cristianesimo da tutte le espressioni della vita umana. Il punto d' arrivo di tale processo è stato spesso il laicismo e il secolarismo agnostico e ateo, cioè l' esclusione assoluta e totale di Dio e della legge morale naturale da tutti gli ambiti della vita umana. Si è relegata così la religione cristiana  entro i confini della vita privata di ciascuno. Non è significativo, da questo punto di vista, che dalla Carta d'Europa sia stato tolto ogni accenno esplicito alle religioni e, quindi, anche al cristianesimo Ho espresso il mio rammarico per questo fatto, che ritengo antistorico ...” .

Non è la prima volta che il Papa, proprio sul XX secolo, ha espresso giudizi negativi (Redemptor Hominis,17-Evangelium Vitae,17). Ma l'aspetto peggiore è che tale processo è entrato anche nel mondo cattolico dove i fedeli “immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva» (Giovanni Paolo II, 7.2.81). Ancora più marcata la denuncia che S.S. Paolo VI faceva nella basilica di S.Pietro il 30.06.1972, affermando di "avere la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio.  C'è il dubbio, l'incertezza, la problematica, l'inquietitudine, l'insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa ...Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E' venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l'ecumenismo e ci stacchiamo sempre più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.  Come è avvenuto questo? Il Papa ha confidato ai presenti un suo pensiero: che ci sia stato l' intervento di un potere avverso. Il suo nome è il Diavolo ..."

Nessuno si scandalizzi alla vista di tale scenario! “Due amori hanno fatto due città: l'amore di Dio fino al disprezzo di sé la città di Dio; l'amore di sè fino al disprezzo di Dio la città del diavolo” (S.Agostino, De civitate Dei). La lotta fra di esse attraversa tutti i tempi, tutti gli uomini e tutte le istituzioni. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che tutta la storia umana è “pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo; che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno” (Gaudium et spes, 37). Nessun soverchio timore pertanto!   “Vita hominis super terram militia est”(Giobbe 7,1). Il desiderio di pace che ogni uomo avverte, l'amore per la pace, non è amore per il quieto vivere, nè pacifismo, nè utopia, bensì realismo e coerenza. Nostro Signore ha detto:"Non sono venuto a portare la pace, ma la spada"(Mt.10,34). Egli ci ha promesso una pace “non come la dà il mondo” (Gv.14,27). Essa è la “tranquillità nell'ordine”, come ci insegna la Chiesa già con S. Agostino; l'ordine è che ogni cosa sia al giusto posto e quindi Dio stia al primo.

Si tratta di una problematica la cui ineludibilità è resa più acuta, necessaria ed evidente dai tempi in cui viviamo. Se infatti in periodi di fiorente cristianità essa può essere sottovalutata, “una teologia ed una filosofia della storia nascono sopratutto nei periodi di crisi della storia dell'uomo” (Card. J. Ratzinger, S.Bonaventura e la teologia della storia). L'insieme delle tendenze, dei gusti, delle idee e delle azioni che compongono questo processo di disgregrazione dell'ordine spirituale e materiale, dell'uomo e della società, questa autentica organizzazione sociale del peccato, è quella che chiamiamo rivoluzione anti-cristiana e anti-naturale.

Il rimedio

Lo Spirito Santo suscita profeti alla Chiesa durante i secoli per ricordare le verità fondamentali, discernere i tempi e porre al riparo dalle apostasie, eresie e “novità” paolinamente intese, che l'inferno ha prodotto e produce senza sosta (ma sempre più spesso ormai ricicla vecchi inganni aggiornati). I Vangeli parlano relativamente poco della Beata Vergine Maria, ma già nell'Apocalisse, libro profetico per eccellenza, giganteggia la "Donna vestita di sole", "segno grandioso" nel cielo.  La Sua conoscenza procede nei secoli successivi in un crescendo ininterrotto che si spiega solo in un modo: Dio ha conservato Sua Madre quale profeta d'eccezione per tempi di eccezione. Già nel 1712  Luigi Maria Grignon de Montfort, santo e dottore della Chiesa, aveva profetizzato nel suo “Trattato della vera devozione a Maria” questa splendida verità: “In questa ultima fase dei tempi, Dio vuole rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle Sue mani”. Il moltiplicarsi delle Sue manifestazioni è una conferma di tale strategia. Se è vero del resto, come canta la liturgia, che “Tu sola hai distrutto le eresie del mondo intero” (ant. 1 comune festa della Madonna - breviario di S. Pio V), perché meravigliarsi del fatto che, al moltiplicarsi degli errori rivoluzionari, si moltiplichino gli interventi dell'Immacolata? Infatti solo la Madre di Dio può reggere, ed ha sempre retto, una simile spinta, e parallelamente alla storia del principe di questo mondo, scritta col peccato e con l'infelicità degli uomini, ne viene scritta un'altra dall'Immacolata con i suoi interventi, talvolta discreti, talvolta eclatanti, ma sempre incisivi. Viene insomma tracciata una contro-storia, di cui l'Immacolata è la regista celeste. Scrive Plinio Correa De Oliveira: “Vi è nel governo dell'universo un regime autenticamente mariano...La Madonna, distribuendo la grazia con larghezza ora maggiore ora inferiore, frenando ora più ora meno l'azione del demonio, esercita la Sua regalità nel corso degli avvenimenti terreni. In questo senso la durata della rivoluzione e la vittoria della Contro-Rivoluzione dipendono da Lei”. Ella stessa interviene a Lepanto nel 1571, a Vienna nel 1683, e a Belgrado nel 1715, salvando l'Europa dall'Islam, nella storia della Polonia a Czestochowa, nella vita della Sicilia come vedremo più avanti, ed in tante altre occasioni della storia, confermandosi Auxilium Christianorum ,“bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere e vessilli schierati” (Cantico dei Cantici 6,10). Infatti “la storia dei trionfi della Chiesa è la stessa dei trionfi di Maria” (Pio XII al Congressi delle Congregazioni Mariane, 26-04-1958). I riferimenti biblici a questo Suo ruolo sono chiarissimi:“Io porrò inimicizia tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Genesi 3,15).

San Luigi Maria Grignon de Montfort (da ora nel testo Montfort) così commenta nel suo “Trattato”:

"Dio ha fatto e preparato una sola, irriconciliabile inimicizia, che durerà e crescerà sino alla fine: l'inimicizia tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo; tra i figli e servi di Maria Vergine e i figli e aderenti di Lucifero; a tal segno che la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre. Sin dal paradiso terrestre -quantunque ella non fosse ancora che nella sua idea- il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell'antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell'empio orgoglioso, che il demonio la teme, non soltanto più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in certo qual senso, più di Dio stesso."

Non ci sorprenderemo allora se "il drago si infuriò contro la Donna e se ne andò a far guerra contro il resto della Sua discendenza”(Ap. 12,17).

Madre e Mediatrice

Essendo Mater Dei (Concilio di Efeso del 431), Ella è pure madre nostra, avendoci partorito sul Calvario nelle sofferenze della Sua comPassione e ricevendoci da Nostro Signore in croce (“Donna, ecco Tuo Figlio” - “Ecco tua madre”- Gv. 19,26). Questa è una certezza che accompagna la Chiesa per tutta la sua strada, dalla Pentecoste almeno, al Concilio Vaticano II. Dice infatti la Lumen Gentium: “Questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza sosta dal momento del consenso fedelmente prestato all’Annunciazione e mantenuto senza esitazione sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua Assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna… Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice”.

Già, Mediatrice! E' un dogma mai proclamato che attraversa duemila anni di cristianesimo, passando attraverso santi, teologi e semplici fedeli di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Anche il magistero di tanti papi, soprattutto i più recenti, è ricco di tale verità.

Essa viene inoltre  proclamata dalla liturgia:

a) nella S.Messa di S.Caterina Labourè;

b) nella lezione dell’ufficio di Maria Ausiliatrice;

c ) nella S.Messa e nell’ufficio della B.V.Maria Mediatrice di tutte le grazie.

E come ben si sa, nella Chiesa la lex orandi è lex credendi, poiché il culto suppone una verità

corrispondente.

Da questa maternità e da questa mediazione universale di grazie deriva anche il suo ruolo profetico particolare. Infatti uno dei compiti della madre è di mostrare ai figli i pericoli incombenti,  confutare gli errori che li insidiano ed indicare i necessari rimedi. “Ogni qualvolta che parve quasi scendere la notte sul mondo, si vide spuntare nel cielo Maria, stella del mattino”(Pio XII, Convegno Congregazioni Mariane 26.04.58).

Immacolata

Fra i riconoscimenti delle prerogative mariane, quello dell'immacolato concepimento segue un percorso anomalo, ma certamente non senza motivazioni ancora in parte imprescrutabili. Infatti esso è largamente diffuso nei primi secoli quale convinzione non chiaramente definita, e vive poi un crescendo di razionalizzazione e definizione teologica nonchè di espressione artistica e liturgica, soprattutto nell'oriente cristiano.

Dalla fine del medioevo tale convinzione troverà avversari sempre più decisi, santi e preparati del calibro di Bernardo, Tommaso, Alberto Magno, e Bonaventura, pur devoti della Vergine SS.ma.

Il nemico certamente intuisce che nei tempi successivi  in cui egli potrà sempre più spadroneggiare, è bene per lui che questa verità tanto scomoda sia almeno offuscata.

Ma sorgono in difesa di essa, e,  costretti dalla disputa, ne approfondiscono la conoscenza, altri decisi, santi e dotti teologi.

Il dibattito si trascina fino alla definizione pontificia del 1854, che produce tre effetti :

1)un risveglio eccezionale del mondo cattolico;

2) un allineamento fedele e zelante degli oppositori (di quelli cattolici ovviamente, sopratutto domenicani),  che annichilirà l'orgoglio dei nemici della Chiesa, dando mostra di ubbidienza e fedeltà a quella Cattedra   di Pietro che il mondo della rivoluzione dava ormai per spacciata;

3) il raffreddamento, se non l'ostilità, degli appartenenti alle chiese ortodosse d'oriente, verso quella verità che i loro padri avevano sostenuto con fierezza, anche dinnanzi alla tiepidezza degli occidentali.
Ma proviamo finalmente a capire l'importanza di questa verità in rapporto ai tempi recenti.

Immacolata è il titolo con cui Ella si identificherà totalmente, passando dal participio passato  al sostantivo; non solo concepita immacolata, ma “Io sono l’Immacolata Concezione” dirà a S.Bernardetta (e lo ribadirà in altre successive apparizioni). Proprio a tal titolo Ella espleterà il suo ruolo profetico in modo eminente negli ultimi tempi.

Ben lo intuiva nel 1849  il Card. Lambruschini  che, all'esule Pio IX, contemplante addolorato i marosi dall’alto della “montagna spaccata” di Gaeta,  suggeriva: “Santo Padre, se volete che la Chiesa trionfi, promulgate il dogma dell’Immacolata Concezione e salverete sicuramente la Chiesa”. Il rapporto di Pio IX con l’Immacolata era strettissimo; coinvolto nel crollo del pavimento di una stanza in quella sottostante, dove egli era con altre centotrenta persone,  scriverà il 12 aprile 1855: “In quanto a me, non ebbi la più piccola lesione, nemmeno una graffiatura. Anche le vesti mi rimasero illese, né vi succedette alcuno strappo. Si aggiunga a tutto questo la tranquillità di spirito e la fiducia in Dio ed in Maria Vergine che mi accompagnò nella caduta e nell’uscita”; (ma ancor più prodigioso: nessuno dei centotrenta ebbe la benché minima frattura). Il Pontefice,  è  talmente convinto della potenza di Maria  da  dire: “salverò il mondo proclamando Maria Immacolata”; e consulta tutti i vescovi  con la lettera-enciclica “Ubi primum nullis”. Ma anche nel popolo di Dio questo interesse verso la definizione del dogma cresce fortemente e si moltiplicano le petizioni in tal senso. Esse sono talmente insistenti e ripetute da parte dell'episcopato nordamericano che il Sommo Pontefice concede che l'Immacolata sia proclamata patrona degli Stati Uniti d'America. Intanto arriva la risposta dell'episcopato mondiale: solo 8 contrari su 953 vescovi. Quando l'08.12.54 con una solennità mai vista, nella Basilica di S.Pietro, dinnanzi a 53 cardinali, 142 arcivescovi e vescovi ed un immenso popolo, Pio IX proclamò il dogma, un intenso raggio di luce squarciò le nuvole temporalesche che coprivano il cielo di Roma, e passando per il finestrone sovrastante l'altare di Maria SS.ma, ne illuminò il volto; lo sguardo, a detta di numerosissimi presenti, era misticamente rapito da divine rivelazioni, mentre la voce chiara e sonora (quando non era invece completamente bloccata dalle lacrime) risuonava sovrannaturalmente all'interno della basilica e della Chiesa universale.

La commissione di cardinali e teologi consultori formata per la definizione del dogma, doveva con lo stesso documento  condannare "gli errori del tempo presente", come suggerito dalla "civiltà cattolica" dal febbraio 1852 e da autorevoli esponenti del laicato cattolico e dell'episcopato. Così non fu perché i settari che governavano l’Italia erano sempre ben informati di quanto avveniva alla corte papale, e alcune fughe di notizie finirono per modificare l’iniziativa del Pontefice. Ciononostante “l’elenco degli errori del nostro tempo” (anche se anticipato nel testo da indiscrezioni giornalistiche che dimostrano, ancora una volta, quanto la corte pontificia fosse infiltrata), il cosiddetto Sillabo, e l’enciclica Quanta Cura che condanna taluni errori, uscirono, senza alcun preavviso per non suscitare reazioni aggressive nei laicisti, nel decimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, l'8.12.1864. La Quanta Cura si concludeva  chiedendo l'intercessione "dell'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio che sconfisse tutte le eresie dell'universo mondo".

Fra i laici consultati dal Card. Fornari, presidente della commissione, spicca per acume intellettuale,  capacità d'analisi e fedeltà al Pontefice Juan Donoso Cortes, uomo politico e diplomatico spagnolo, fautore fra l'altro della nascita di un asse politico cattolico, che tenterà l'avventura messicana di Massimiliano d'Asburgo. Egli rispose al Card. Fornari, il 19.06.1852, con  una lettera in cui, oltre agli aspetti teologici, vengono esaminate le conseguenze nell'ambito della dottrina sociale. Egli  premette innanzitutto che "tra gli errori contemporanei non ve n'é alcuno che non si risolva in un'eresia; e tra le eresie contemporanee non ve n'é una che non si risolva in un'altra, già condannata nel tempo antico dalla Chiesa". La corrispondenza di ogni errore in campo filosofico e politico-sociale ad un'eresia, è la premessa di tutto il Sillabo. Ciò vale in particolare per la negazione del peccato originale, ovvero l'immacolato concepimento dell'uomo, su cui sono incentrati tutti gli errori moderni.

Da esso infatti derivano valutazioni erronee delle tre facoltà dell'uomo:

1-la ragione sarebbe in grado di giungere da sola alla verità, per cui non vi sarebbe limite alla libertà dell'uomo (liberalismo);

2-la volontà, buona per natura, troverebbe in ambito politico, nella maggioranza che avrebbe sempre ragione, una legittimità d'azione senza limiti (democrazia senza valori);

3-gli istinti, tutti naturali e quindi legittimi, non andrebbero pertanto frenati, col conseguente abbattimento di ogni limite morale, sociale ed economico (comunismo, anarchia).

L'analisi di Donoso Cortes ci fa cogliere la provvidenzialità e la tempestività della proclamazione del dogma per quei tempi ed è attualissima per i nostri.
Infatti l'Immacolata, la piena di grazia, è l'unica che riceve alla Sua concezione, mantiene ed accresce per la vita, perfettamente immacolate le facoltà delle sua anima (nè il suo corpo si corrompe al termine del pellegrinaggio terreno). Ma non è così per le altre creature. Il dogma è la puntuale conferma del limite umano e della sua inclinazione all'errore ed al peccato, superabile solo per grazia divina ad intercessione di Colei che è  via, strumento e  modello; non ribellandosi a Dio come Eva, ma essendogli fedeli come Maria, di cui Egli “ha guardato l'umiltà”, grazie alla quale “grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente”  (Lc.1,48).
Tutto ciò trova poi la sua formale e magisteriale conferma nell’enciclica Ad Diem Illum di S.Pio X, promulgata in occasione del 50° anniversario della proclamazione del dogma.

<...da dove cominciano i nemici della fede quando vogliono spargere dappertutto i loro gravi errori, che fanno vacillare la fede di molti? Negano che l'uomo sia mai decaduto per il peccato, e sia stato perciò degradato dalla sua primitiva condizione. Perciò ritengono una favola non solo il peccato originale, ma anche i danni che ne scaturirono: che, cioè, la radice del genere umano sia corrotta; che tutta la discendenza degli uomini sia guastata; che in tal modo sia entrato tra gli uomini il male, e che quindi fosse inevitabile la necessità di un Riparatore. Ammessi questi principi, è facile comprendere che non vi è posto per Cristo, per la Chiesa, per la grazia, e per tutto l'ordine soprannaturale: in una parola, l'intero edificio della fede viene scosso dalla base.

Al contrario, se i popoli crederanno e riconosceranno che Maria Vergine fin dal primo istante della sua concezione fu libera da ogni macchia, necessariamente ammetteranno anche il peccato originale, la redenzione degli uomini per mezzo di Cristo, il Vangelo, la Chiesa e, infine, la stessa legge de1 dolore: principi che sradicheranno e scuoteranno tutto ciò che sa di « razionalismo » e di « materialismo »; di modo che al cristianesimo spetterà il merito di aver custodita e difesa 1a verità.

Inoltre i nemici della fede, specialmente ai nostri tempi, per raggiungere il loro scopo di strappare più facilmente dai cuori la fede stessa, audacemente mettono sotto i loro piedi con la loro attività e coi loro insegnamenti il rispetto e l'ubbidienza dovuti alla autorità della Chiesa e ad ogni umano potere. Di qui ha origine l'anarchia, che è il pericolo più funesto e più pestifero, non solo per l'ordine naturale, ma anche per quello soprannaturale. Ora, questo mostro, fatale insieme allo Stato e al cristianesimo, è distrutto dal dogma dell'Immacolata Concezione di Maria, che ci costringe a riconoscere nella Chiesa un potere, a cui si deve sottomettere non solo la volontà, ma anche l'intelligenza; perchè è appunto per questa sottomissione dell' intelligenza che il popolo cristiano saluta Maria: tutta bella sei tu, o Maria, e macchia originale non è in te . Così pure si deve concludere che giustamente la Chiesa attribuisce alla Vergine il merito di aver “da sola sbaragliato tutte le eresie del mondo intero">.

Il dogma quindi nega in un sol colpo il “buon selvaggio" ed il “contratto sociale” di Rousseau, l'autosufficienza dell'uomo ed il “progresso indefinito”, il “razionalismo” ed il “materialismo”, il "paradiso dei lavoratori" e l'anarchia, l'uguaglianza e la libertà giacobinamente intese, la pretesa di prescindere dalla Chiesa  e dalla grazia divina nella ricerca della verità e della giustizia. Esso invece ricorda e riafferma l'evento del peccato originale ed i suoi effetti sul genere umano, la superiorità dell'ordine sovrannaturale, la disuguaglianza gerarchica e feconda di complementarietà nella natura come nella grazia, la fisiologicità della mediazione nella materia come nello spirito, l'indispensabilità della Redenzione di Cristo, i limiti della ragione umana, il potere della Chiesa di definire la verità, il ruolo profetico dell'Immacolata.

Non sembri troppo: Dio, che è perfezione infinita, ha un infinito potere di sintesi.
Dietro tante antinomie stanno ancora, contrapposti, due mondi, due città e l'Immacolata, partecipe di questo scontro, ha un ruolo determinante “nella diffusione, nelle battaglie, nei trionfi della fede cattolica” (Leone XIII, Auditricem Populi 05.09.1885), oggi più che mai, poichè “viviamo in un epoca che potrebbe essere chiamata l'inizio dell'era  dell'Immacolata” (S.Massimiliano M.Kolbe, Miles Immaculatae 1939). Lo stesso santo ci ricorda che " sotto il suo vessillo si combatterà una grande battaglia e noi inalbereremo le sue bandiere sulle fortezze del re delle  tenebre. E l'Immacolata diverrà la Regina del mondo intero e di ogni singola anima, come la beata Caterina Labouré prevedeva” (Lettera a P. Floriano, 1931 )

Infatti “per mezzo della Santissima Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo; ancora per mezzo di Lei deve regnare nel mondo”.

[Noi dobbiamo essere quel]   calcagno di Maria, e cioè gli umili servi e figli che Ella susciterà per muovergli [ al demonio] guerra» (Montfort,Trattato della vera devozione a Maria)... calcagno umile, insidiato dal morso del nemico, ma decisivo per schiacciare il capo del diavolo. A noi il compito di preparare per il XXI secolo quel Regno di Maria, profetizzato dai Suoi Santi e da Lei stessa promessoci a Fatima: "Infine il mio Cuore Immacolato trionferà".

“Allora cadrà ogni forma di socialismo, di comunismo, le eresie, gli ateismi, le massonerie e tutte le altre simili stupidaggini che provengono dal peccato”(S.Massimiliano, sk 199).

L'IMMACOLATA NEL TEMPO DELLA RIVOLUZIONE

Questa breve carrellata di apparizioni mariane è circoscritta alle più significative. Esse sono tutte munite di riconoscimento canonico formale (ovvero del vescovo diocesano), tranne la prima (1594) e l'ultima (1947), per la quale i riconoscimenti furono di diverso titolo. L'esame è limitato ad alcune caratteristiche specifiche di esse, dal carattere profetico, collegate al contesto storico in cui si situa ciascuna manifestazione. Rimangono poi appena accennati (ma non perchè meno importanti) gli elementi comuni: la richiesta di preghiera e di penitenza, la riparazione delle offese fatte a Dio, il richiamo al S. Rosario. I veggenti ed i testimoni sono persone umanamente controindicate: bambini ignoranti (Massimino, Melania, Bernardetta, Francesco, Giacinta e Lucia), l'intero popolo di Roma, persecutori della Chiesa (Ratisbonne, Cornacchiola), una giovane monaca (Mariana Torres). Essi non sono né teologi, né ecclesiastici: due categorie i cui componenti sono a volte paralizzati dal timore del giudizio del mondo, quando non aperti oppositori di messaggi che suonano a condanna della loro condotta o delle loro opinioni. L'Immacolata per la sua battaglia non ha bisogno né di gloria di mondo, né di forza di uomini; le servono bambini o adulti che si rendono tali.

1594 – Nel monastero della Immacolata Concezione inizia una serie di apparizioni della Beata Vergine, vestita da badessa, con in braccio il Bambin Gesù ed in mano un pastorale, alla giovane superiora Mariana Torres De Berrichoa. Dalla lontana Quito, in Ecuador, la Madonna annunzia le future proclamazioni, nei secoli in cui avverranno, dei dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione in cielo. Ella profetizza ancora l'orario e la data della morte della veggente, e l'omicidio del presidente ecuadoregno Gabriel Garcia Moreno (+ 1873), “un presidente veramente cristiano, al quale il Signore concederà la palma del martirio nella piazza antistante questo mio convento, che consacrerà la repubblica al divin Cuore del Mio amatissimo Figlio” ; tutti avvenimenti puntualmente verificatisi. Con straordinaria anticipazione (due secoli e mezzo prima) viene anche indicata “una setta maledetta, la massoneria [che] si impadronirà del governo civile e vi sarà una crudele persecuzione di tutte le comunità religiose, che colpirà anche questa mia comunità ... il monastero sarà soppresso”. Anche tali annunci trovano tragica conferma nei fatti. Ma l'apparizione più interessante si situa a 40 anni dalla prima, il 2-2-1634.

“Alla fine del XIX secolo e per gran parte del XX si diffonderanno varie eresie e, sotto il loro potere, la luce preziosa della fede si spegnerà nelle anime  per opera della quasi totale corruzione dei costumi. In quel tempo vi saranno grandi calamità fisiche e morali, pubbliche e private.... lo spirito avvelenato di impurità che in quel tempo dominerà, percorrendo le strade, le piazze ed i luoghi pubblici come un mare immondo e godendo una libertà talmente sorprendente che quasi non resteranno al mondo anime vergini...Il potere delle sette, che abilmente si introdurrà nelle famiglie,  estinguendo l'innocenza nei cuori dei piccoli, soffocando in tal modo anche le vocazioni sacerdotali”. E l'Immacolata così conclude: “Questa epoca di tenebre culminerà in una guerra terribile e spaventosa, in cui scorrerà sangue di ogni nazione. Questa sarà la più orribile delle notti, perché, secondo umane apparenze, la malvagità sarà trionfante. Eppure sarà giunta la mia ora, in cui Io, in maniera meravigliosa, detronizzerò il superbo e maledetto Satana, ponendolo sotto il mio piede ed incatenandolo nell'abisso infernale, liberando infine la Chiesa e la Patria dalla crudele tirannia”.

Il vescovo diocesano Pedro de Oviedo o.f.m. ordina alla madre Mariana di scrivere queste sue memorie e ne loda la santità di vita nell'orazione funebre che volle tenere alla sua morte. Da questo scritto, “el cuadernon”, diversi teologi e cronisti, soprattutto padri francescani, hanno attinto per le loro opere e da esse è tratto il materiale informativo su cui è basato il processo di canonizzazione della Venerabile madre Mariana, la cui salma  si è  trovata incorrotta alla riesumazione. La loro veridicità è fondata inoltre sul fatto evidente che tali profezie si sono in parte realizzate ed in parte si stanno realizzando, in piena armonia con il messaggio di Fatima. Il cardinale Carlo Maria De La Torre volle essere sepolto nella chiesa delle apparizioni, per la devozione che ebbe in vita per la “Madonna del Buon Successo”, come l'Immacolata volle chiamarsi in quella occasione.

1796 - La rivoluzione francese scende in Italia sulla punta delle baionette del generale Bonaparte

per tante ragioni: allentare la pressione militare sulla Francia, saccheggiare e rimpinguare le casse della repubblica, combattere e distruggere gli alleati degli Asburgo, ancora Sacri Romani Imperatori, eliminare “l'infame”, ovvero la Chiesa Cattolica. Il Direttorio infatti darà ordine a Napoleone, il 03.02.1797, di “distruggere il centro di unità della chiesa romana ... fare tutto quello che vi sarà possibile per distruggere il governo papale”. Pio VI ha ben chiaro tutto ciò quando concede indulgenze straordinarie a favore di chi pregasse la Madonna, perchè “volgesse misericordiasa e amorevole i suoi occhi sopra la Città” Eterna. Il 9 luglio, due giorni dopo, la Vergine SS.ma inizia ad esaudire alla lettera la richiesta pontificia. 101 immagini, sopratutto mariane, poste in luoghi distanti  e accessibili a chicchessia, soprattutto pubbliche vie, producono ripetuti prodigi, in particolare movimenti degli occhi, negli otto mesi successivi nella sola città di Roma. I suoi duecentomila abitanti, i numerosi stranieri del personale diplomatico, i tanti viaggiatori, anche agnostici e giacobini, ebbero modo di accertare i fenomeni e l'inchiesta ecclesiastica emise positivo verdetto di veridicità il 28.02.1797, con decreto del Cardinale Giulio della Somaglia, vicario di Roma, che con Napoleone dietro l'uscio di casa avrebbe avuto tutta la convenienza politico-diplomatica (e con lui, il Papa) di ignorare i fenomeni.

Siamo a qualche anno dall'esordio della modernità in politica (la rivoluzione francese è del 1789) e la Vergine SS. mostra in modo eclatante ed indiscutibile la sua protezione sulla Chiesa di Roma, nel momento in cui ne viene violata dai rivoluzionari francesi l'integrità territoriale (11.02.1798) e viene fatto prigioniero il Sommo Pontefice (20.02.1798). Lo stesso morirà poco dopo, prigioniero a Valence, e lo zelante funzionario che redasse l'atto, scrisse: “Pio VI ed ultimo”. Si sbagliava. Il suo futuro imperatore, carceriere del Papa e persecutore della Chiesa, Napoleone, chiederà perdono a Dio in confessione poco prima di entrare in coma, ma il trono di Pietro è ancora a Roma, luce per le genti di tutto il mondo.

1830 - E' ancora la Francia, Parigi, rue du Bac a vedere la prima mossa dell'Immacolata. Si! L'Immacolata! Quando ordina a S.Caterina Labourè di far coniare la Medaglia Miracolosa, intorno alla Sua immagine emanante raggi di luce vi è scritto proprio: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.

L'Immacolata così profetizza il 19.07.1830: “I tempi sono molto cattivi, si vedranno precipitare sulla Francia calamità. Il re sarà deposto. Il mondo intero sarà colpito da ogni tipo di male”. Una settimana dopo scoppiava la rivoluzione e Carlo X, ultimo sovrano sacrale, veniva deposto; e ancora: chiese profanate, comunità religiose invase, sacerdoti maltrattati e perseguitati. La nuova monarchia di Luigi Filippo d'Orleans è borghese e massonica; essa cessa ogni riferimento trascendente in politica, varando definitivamente la perdurante stagione del laicismo anti-cattolico, “peste dell'età nostra” (Pio XI, Enc. Quas Primas). L'Immacolata profetizza ancora sul ruolo di Caterina, sulla condizione ed il futuro della comunità delle Figlie della Carità di cui fa parte, a cui comunque garantisce l'incolumità per i brutti tempi che verranno; ma annuncia vittime fra le altre comunità religiose, nel clero di Parigi, e prorompe in lacrime quando parla dell'arcivescovo di Parigi. Ella così continua:”La croce sarà disprezzata e gettata a terra. Il sangue scorrerà...Le vie saranno insanguinate...Il mondo sarà immerso nella tristezza”.

Caterina è certa che ciò avverrà fra 40 anni; e così fu. Nel 1870, dopo l'invasione prussiana, a Parigi viene insediata la “Commune” anarchica, che poco prima di essere disfatta dall'esercito regolare, farà fucilare l'arcivescovo Derbay, sacerdoti e religiosi; ma i beni e le persone delle comunità vincenziane rimarranno intatte. Il 20 settembre (inizio dei lavori del calendario massonico) di quello stesso anno Roma è conquistata dall'esercito italiano e Pio IX, il Papa dell'Immacolata, è prigioniero in Vaticano.

Il 27.11.1830 l'Immacolata riappare e ci racconta Caterina :“ ... i piedi appoggiati su una mezza sfera, tra le mani teneva una sfera d'oro che raffigurava il globo, e sotto i suoi piedi aveva un serpente verdastro chiazzato di giallo. Teneva le mani all'altezza della cintura, in modo molto naturale e gli occhi alzati al cielo ... Il suo viso era magnificamente bello. Io non saprei descriverlo... Poco dopo, all'improvviso, scorsi sulle sue dita anelli con pietre, una più bella dell'altra, una maggiore e altre minori che scintillavano. Dalle pietre più grosse partivano i raggi più belli, che si riflettevano in basso, illuminando tutta la parte inferiore. Io non vedevo più i suoi piedi... Nel momento in cui la stavo contemplando, la Santissima Vergine abbassò gli occhi guardandomi fisso ...Una voce si fece sentire dicendomi queste parole: “La sfera che vedi rappresenta il mondo intero, specialmente la Francia. ..e ciascuna persona in particolare...”

A questo punto non so esprimere ciò che ho visto e udito, la bellezza ed il fulgore, i raggi tanto belli... ”E' il simbolo delle grazie che spargo sulle persone che le chiedono.”

Mi faceva, così, comprendere quanto sia gradevole pregare la Vergine Santissima e quanto Ella sia generosa con le persone che la pregano; quante grazie concede alle persone che le chiedono; quanto è felice di concederle!... "le pietre che non emanano luce sono simbolo delle grazie che non mis si domandano" ... ln quel momento si formò un quadro intorno alla Vergine Santa, un po' ovale, in alto erano scritte in lettere d' oro queste parole: “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te.” Quindi si udì una voce che mi diceva: “Fai coniare una medaglia come questo modello. Tutte le persone che la porteranno al collo, riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno abbondanti per le persone che la useranno con fiducia”. In quell'istante il quadro mi sembrò girarsi e vidi, così, il retro della medaglia. Preoccupata di sapere ciò che era necessario porre sul retro, dopo molte preghiere un giorno, durante la meditazione, mi sembrò di sentire una voce che mi diceva: “La M e i due cuori bastano”.

La medaglia è oggi uno degli oggetti più diffusi sulla terra in centinaia di milioni di copie (un miliardo di pezzi già alla morte di Caterina). I prodigi e le conversioni ad essa collegata sono innumerevoli e già il suo uso dilaga nel mondo senza che si conosca l'identità della veggente. In essa viene addirittura scritto per la prima volta il futuro dogma, antecipando quanto la Vergine vorrà proclamare verbalmente a Lourdes. Non è certo casuale che ciò avvenga nell'anno in cui la rivoluzione anti-cristiana vince definitivamente sulla scena della “figlia primogenita” della Chiesa. Da allora la Massoneria si impadronirà sempre più saldamente di tutte le leve del potere della Francia, laicizzandola, dissacrandola, uccidendone l'anima cristiana e perseguitando la Chiesa. Come non pensare al globo tenuto fra le mani dall'Immacolata?  “La sfera che vedi rappresenta il mondo intero, specialmente la Francia ... e ciascuna persona in particolare”. Come la Francia, che ne fu il pioniere, il mondo intero conoscerà un processo di paurosa desacralizzazione.

Ma, attenzione!!! Quella sfera è tra le mani dell'Immacolata che la offre verso l'alto! Si offre ciò che si possiede. Quella sfera d'oro, che penderà al Suo collo nelle apparizioni di Fatima, è il segno della sua regalità sul mondo e sulle nazioni. Quella terra, su cui è posto il serpente, è purificata al suo contatto e solo così diventa offerta gradita a Dio.



Analizziamo ora più attentamente la medaglia. Guardando la faccia “figurativa”, troviamo numerosi elementi dai significati fra loro coordinati:

1 - Il segno dei raggi, uscenti dagli anelli delle mani, a conferma della Sua onnipotenza per grazia e del Suo ruolo di mediatrice. L'Immacolata specificherà che i raggi sono simbolo delle grazie che sparge su quelli che le chiedono; aggiungerà con rammarico che gli anelli non luminosi sono il segno delle grazie che Ella vorrebbe spargere, ma che nessuno chiede.

2 - La giaculatoria posta a contorno della figura di Maria SS.ma, che evidenzia come la funzione mediatrice  sia da collegare al concepimento.

3 - Lo schiacciamento della testa del serpente e la tenuta sotto i piedi  di quel mondo, inteso come categoria dello spirito (ma anche simbolo della materialità umana), che porta scritto nella Medaglia il suo anno ufficiale di nascita, il 1830. In questo sforzo di dominio e di combattimento l'Immacolata va imitata e chiamata in soccorso.



Sul retro della medaglia i segni sono:

1 - L'unione della I , iniziale di Iesus e della M, iniziale di Maria, sormontati da una croce, chiaro segno di una comune missione redentrice, vissuta all'insegna del dolore.

2 - I due cuori posti in basso,  che ribadiscono lo stesso messaggio, attualizzandolo.

Il Sacro Cuore è il segno della Regalità di Nostro Signore, calpestata e rinnegata; portandolo come bandiera, appena trent'anni prima erano caduti gli eroi-martiri di Vandea nel primo genocidio politico della storia, organizzato dai giacobini. Allora un'intera regione della Francia resistette in nome del trono e dell'altare alle "colonne infernali" che per  anni i rivoluzionari le lanciarono contro da Parigi. Il risultato finale fu la distruzione di paesi e boschi, l'avvelenamento delle sorgenti, lo sterminio del bestiame, le violenze carnali, la saponificazione delle vittime e l'utilizzo delle pelli umane (in anticipo sul nazismo), una miseria generalizzata (i cui effetti sono ancora oggi visibili), e l'uccisione di 400.000 persone, un terzo della popolazione. Questi nuovi martiri erano i figli di quei contadini che avevano ascoltato le predicazioni di fuoco del Montfort (morto proprio in Vandea durante una predicazione), che Pio XII ritenne così efficaci da affermare, nell'omelia della canonizzazione, che “la Vandea del 1793 era opera delle sue mani”. Il Cuore Immacolato di Maria sarà profetizzato a Fatima come trionfante ed esso è certamente preparazione al Regno di Cristo, giusto il pensiero del Montfort.

3 - Le dodici stelle, simbolo degli apostoli, delle tribù d'Israele, della Chiesa e dell'umanità in tutte le sue componenti, che non stanno certo a guardare! Esse sono lì per com-patire con i Sacri Cuori, partecipare alla loro missione di salvezza e  riceverne i benefici. Siamo noi!



Due immagini: una di gloria e l'altra di dolore; due facce della stessa medaglia. Ecco lo scudo con cui affrontare il nostro tempo! Ovviamente da portare al collo, come l'Immacolata si affrettò a specificare, rimarcando quanto è scritto in Prov. 6,20: "Non disprezzare gli insegnamenti di tua madre. Fissali nel tuo cuore, appendili al collo".

Infine, perchè una medaglia? Sicuramente per confondere ed umiliare i superbi; Satana per primo. Ce lo ricorda San Paolo in 1 Cor. 1,27 : "Dio sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere ciò che è forte". La pochezza di tale mezzo la dice lunga sulla potenza di Colei che lo ha voluto quale strumento di grazie. Ma un'altra ragione è certamente la capacità catechetica di due immagini che sintetizzano brillantemente una moltitudine di insegnamenti.

1842 - Se qualcuno dentro o fuori la Chiesa avesse ancora nutrito dubbi sull'efficacia della Medaglia quale migliore prova di un  israelita, gaudente e seducente, prossimo alle nozze, istruito e liberale, bancario straricco, in viaggio di piacere, noto nel bel-mondo-che-conta in Europa, e pieno di disprezzo per la religione cattolica, che si converte in un attimo, totalmente, vedendo l'Immacolata proprio come La raffigura la medaglia? E' quanto succede ad Alfonso Ratisbonne il 20 gennaio a Roma. Il buon barone de Buissiéres lo sfidò ad indossare la medaglia ed a recitare il Memorare di S. Bernardo, mattina e sera. Ridendo di gusto il nostro ebreo accettò la scommessa, ...ma aveva fatto i conti senza l'Immacolata. Cinque giorni dopo, mentre annoiato guardava senza interesse l'interno della chiesa di S. Andrea delle Fratte ... La vide. Come recita la lapide posta a ricordo,”cadde ebreo e si rialzò cristiano”. Alfonso chiese subito il battesimo e aveva cognizioni di teologia che mai aveva letto o sentito. La fidanzata lo lasciò e la famiglia ruppe i rapporti con lui. Egli volle successivamente la cresima ed il sacerdozio, divenne gesuita e fondò col fratello Teodoro le congregazione maschile e femminile di Sion,  per la conversione degli israeliti e un orfanotrtofio per i bambini palestinesi, comprò il terreno sovrastante il pretorio di Pilato e restaurò il santuario dell'Ecce Homo, e morì beatamente, non prima che ventotto componenti della sua famiglia si fossero convertiti al cattolicesimo. Il cardinale vicario di Roma, Costantino Patrizi, dopo regolare processo canonico definì che “constatava pienamente la verità dell'insigne miracolo operato da D.O.M. per intercessione della B.V. Maria, cioè l'istantanea e perfetta conversione di Alfonso Maria Ratisbonne dall'ebraismo”. Si tratta di un'apparizione-conferma di quella di rue du Bac circa la verità dell'immacolato concepimento e del suo significato anti-positivista e anti-razionalista, avvenuta nell'anno in cui viene ritrovato, dopo 130 anni dalla sua stesura,  il testo del “Trattato” del Montfort. Essa incrementò fortemente la devozione alla Medaglia (100 milioni di pezzi alla fine del 1842) ed ebbe un eco notevole in tutta Europa, sia per la straordinarietà del fatto che per la notorietà del convertito, incoraggiando il futuro Pio IX alla definizione del dogma e segnando poi la vita e l'apostolato di S.Massimiliano Maria Kolbe (da ora nel testo S.Massimiliano), che sul luogo dell'apparizione volle celebrare la sua prima S.Messa. Alfonso non è un'anima innocente da pastorello; è un cuore indurito, nemico della Chiesa. Ma la sua conversione è istantanea e irreversibile. E' bastato uno sguardo dell'Immacolata! Ma Ella ha voluto la collaborazione degli uomini: la Medaglia, la recita del Memorare, le preghiere e la fede del barone di Buissieres e del conte De La Ferronays. L'Immacolata per salvare il mondo vuole la collaborazione degli uomini!

1846 - Passano 4 anni e l'Immacolata riappare in Francia, a La Salette, diocesi di Grenoble, a due pastorelli, Melania e Massimino. I messaggi lasciarono perplessi per la durezza del loro linguaggio e per alcune difficoltà di interpretazione. Cionostante, il Vescovo di Grenoble, Mons. De Bruillard con decreto dottrinale,  e quello di Lecce (dove Melania successivamente risiedette), Mons. Zola, si espressero favorevolmente sulla sovrannaturalità delle apparizioni. Questa volta Ella si mostrò con il volto fra le mani, piangente per i peccati dell'umanità, che elencò: il lavoro domenicale, la bestemmia, la mancata astinenza dalle carni nei tempi previsti, l'abbandono della preghiera quotidiana. Da tanto male spirituale sarebbero scaturite carestie di cui Ella si premurò di annunciare i tempi e i prodotti più colpiti. E ancora: Pio IX diffidi della doppiezza di Napoleone III, non esca da Roma dopo il 1859 (inizio della 2^ guerra d'indipendenza), perchè la Beata Vergine gli sarà a fianco. L'Italia precipiterà in guerre e persecuzioni alla Chiesa e agli ordini regolari, con conseguente apostasia di fedeli, religiosi, sacerdoti e vescovi (è quanto puntualmente produrrà il cosidetto risorgimento: guerre, deportazioni, soppressione di istituzioni religiose, licenziamento dei componenti e incameramento dei beni, repressioni anti-popolari, fucilazioni di massa, distruzione di interi paesi, imposizione di tasse e leva militare, fame, impoverimento, emigrazione di massa, conquista di Roma nel 1870 da parte della massoneria). Ma ciò che più impressiona è una crisi significativa per intensità e numero dei sacerdoti e dei principi della Chiesa : I Sacerdoti, ministri di mio Figlio, i Sacerdoti, per la loro vita cattiva, le loro irriverenze e la loro mancanza di pietà nel celebrare i santi misteri, per l'amore del denaro, l'amore degli onori e dei piaceri, i Sacerdoti sono diventati cloache di impurità. Sì, i Sacerdoti chiedono vendetta, e la  vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai preti e alle persone consacrate a Dio che per la loro infedeltà e la loro  cattiva condotta, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al Cielo, attirano la vendetta, ed ecco che la vendetta è alla loro porta, perche non vi è più nessuno che implori misericordia e perdono per il popolo; non vi sono più anime generose, non vi è più alcuno degno di offrire la Vittima senza macchia all'Eterno in favore del mondo. Dio sta per colpire in una maniera senza precedenti. Guai agli abitanti della terra! Dio sta per esercitare la sua collera e nessuno potrà sfuggire a tanti mali messi insieme. I capi, le guide del popolo di Dio hanno trascurato la preghiera e la penitenza e il demonio ha ottenebrato la loro intelligenza; sono diventati quelle stelle erranti che il vecchio diavolo trascinerà con la sua coda per farle perire. Dio permetterà al vecchio serpente di mettere divisione fra i regnanti, in ogni società e in ogni famiglia; soffrirete pene fisiche e morali; ... Vi saranno ovunque dei prodigi straordinari poiche la vera fede si è spenta, mentre la falsa luce rischiara il mondo. Guai ai Principi della Chiesa che si saranno dedicati ad accumulare ricchezze su ricchezze, a salvaguardare la loro autorità e a dominare con orgoglio! Il Vicario di mio Figlio soffrirà molto, poichè per un tempo la Chiesa sarà abbandonata a grandi persecuzioni: sarà il tempo delle tenebre; la Chiesa si troverà in una crisi spaventosa ... poiche la santa fede di Dio sarà dimenticata, ogni individuo vorrà guidarsi da solo, ed essere superiore ai suoi simili. I poteri civili ed ecclesiastici saranno aboliti; ogni ordine ed ogni giustizia saranno calpestati; non si vedranno che omicidi, odii, gelosie, menzogne e discordie, senza amore per la patria nè per la famiglia. Il Santo Padre soffrirà molto. Io sarò con lui fino alla fine per ricevere il suo sacrificio. I cattivi attenteranno più volte alla sua vita senza però poter nuocere ai suoi giorni; ma né lui né il suo successore... vedranno il trionfo della Chiesa di Dio”. Ma non è che la società civile sia in condizioni migliori: “I governanti civili avranno tutti un medesimo programma, di abolire cioè e far scomparire ogni principio religioso, per dar posto al materialismo, all' ateismo, allo spiritismo,  e ad ogni specie di vizio”.

Ancora una volta, però, a questo quadro a foschissime tinte corrisponde un finale opposto: una sconfitta del male, un tempo di pace, seguito dall'assalto finale dell'Anticristo (di cui è fornita la descrizione e informazioni sull'identità dei genitori), accompagnato da guerre e calamità naturali straordinarie, e concludentesi con la vittoria finale del bene. Questo messaggio ha diverse analogie con quello di Fatima e ancor più con l'Apocalisse di S.Giovanni. Viene inoltre evidenziato il ruolo degli “apostoli degli ultimi tempi”, che conferma quanto descritto dal Montfort nel “Trattato”, sia nella  loro fisionomia spirituale che nel ruolo che avranno nella storia della salvezza. Molte parti rimangono di difficile comprensione e molti vescovi, sopratutto francesi  si opposero alla diffusione del messaggio, che ebbe comunque il benefico effetto di contribuire al risveglio di un mondo cattolico, piegato sulla difensiva, soprattutto nella seconda metà dell'800.

1858 - Ancora una volta la Francia è la terra privilegiata dalla presenza sensibile dell'Immacolata, proprio nell'anno in cui i settari di tutto il mondo festeggiano il centenario della nascita di Robespierre. L'11 febbraio inizia una serie di 18 apparizioni a S.Bernardetta Soubirous, che la descrive: "Così bella che quando La si è vista una volta, si vorrebbe morire per rivederLa". Le apparizioni furono seguite dalla derisione della scienza ufficiale, l'attacco della stampa e del potere politico e dallo scetticismo iniziale del clero fino al riconoscimento del vescovo di Tarbes di quattro anni dopo. L'Immacolata fu estremamente silenziosa, ma le dodici  frasi pervenuteci sono altamente significative. Oltre al richiamo alla  preghiera e alla penitenza per la salvezza dei peccatori, vi è una frase carica di tantissimi significati per la vita umana: "Non ti prometto di farti felice in questo mondo, ma nell'altro".

Ma il cuore materno dell'Immacolata proromperà di generosità in questo nuovo contesto. Lourdes sarà una fabbrica di miracoli senza pari, onorata dalla presenza di milioni di pellegrini, su cui veglierà fino ad oggi una commissione di scienziati, credenti e non, che non potranno che constatare l'inspiegabilità naturale di migliaia di fenomeni. Il miracolo più grande rimane però  l'accettazione serena della propria croce che tanti pellegrini, partiti con la speranza della guarigione, si portano a casa.

Ma la specificità di questa manifestazione è la lapidaria risposta che la Vergine SS. diede, a Bernardetta per la prima volta, sulla Sua identità: “Io sono l'Immacolata Concezione”. Così il Cielo conferma per bocca di una ragazzina con la medaglia miracolosa al collo, che non capiva nulla di quanto ella stessa riferiva, quanto Pietro, ovvero S. Pio IX, aveva proclamato sulla terra quattro anni prima, l'8-12-1854, quale dogma di fede. Ma vi è di più: se una persona concreta riassume in sè un concetto astratto a tal punto da identificarsi con esso, possiamo ritenerla l'incarnazione del  concetto stesso; l'idea stessa di perfezione è molto più di un oggetto perfetto. In questo ulteriore passaggio teologico, tutto da approfondire, si lanciò arditamente S. Massimiliano: non solo concepita senza peccato, ma Ella è l'IMMACOLATA CONCEZIONE CREATA, così come lo Spirito Santo è IMMACOLATA CONCEZIONE INCREATA. Infatti  Egli è "una Concezione santissima, infinitamente santa, immacolata" ... "increata, eterna, prototipo di ogni concezione di vita" ... "frutto dell'amore del Padre e del Figlio". Quando tale Concezione esce dalla Trinità ed entra nella creazione, realizza nell'Immacolata il Suo capolavoro fino ad un misterioso anche se parziale, processo di identificazione. Dirà infatti S.Massimiliano che Ella è “incarnazione della misericordia divina”.  Ma al di là delle ipotesi teologiche, quella di Lourdes rimane un'affermazione straordinaria, con la quale la teologia  di domani dovrà  confrontarsi, e sulla quale la Chiesa dovrà pronunciarsi.



1917 - Si compie a Fatima, in Portogallo, il più grande avvenimento del XX secolo. La Vergine SS.ma appare il giorno 13 di sei mesi consecutivi a tre pastorelli (ad agosto si slittò al 19), reiterando le richieste di sempre (in particolare la recita del rosario), e, a suggello di ciò, permette la terribile vista dell'inferno ai fanciulli, ed il miracolo del sole visto da settantamila persone, che ebbe molta eco negli organi di stampa.

Il contesto naturale delle apparizioni è aspro e povero, ma ancor più lo è quello politico-culturale. Il Portogallo è dominato dalla massoneria, che farà di tutto, tramite gli organi di polizia con le intimidazioni e tramite gli organi di stampa con il sarcasmo, per distruggere psicologicamente i veggenti ed aggredire la Chiesa. I fanciulli verranno sequestrati dal sindaco e più volte minacciati. Gli oggetti di devozione verranno saccheggiati, i pellegrinaggi proibiti, il clero angariato. La cappella fu fatta saltare con la dinamite il 06.03.1922. Fino al 1977 la "lega degli atei francesi" pubblicò un libro per ridicolizzare le apparizioni. Ma ancora più efficiente è la persecuzione che uomini di Chiesa, infastiditi dagli ammonimenti di Fatima, hanno condotto con la congiura del silenzio, o con il sarcasmo o con l'aperta avversione (come avvenne del resto per altre apparizioni). Eppure Giovanni Paolo II è stato esplicito anche su questo: "La Signora del messaggio sembra leggere con una speciale prespicacia i segni dei tempi, i segni del nostro tempo. ... Oggetto della premura della Madonna sono tutti gli uomini della nostra epoca, ed insieme la società, le nazioni, i popoli, le società minacciate dall'apostasia, minacciate dalla degradazione della legge morale. Il crollo della moralità porta con sè il crollo della società ... Il contenuto dell'appello della Signora di Fatima è così profondamente radicato nel Vangelo ed in tutta la tradizione che la Chiesa si sente impegnata da questo messaggio ... L'invito evangelico alla penitenza e alla conversione è sempre attuale. Ancora più attuale di 65 anni fa. E ancora più urgente ..."(Fatima 13.05.82).

Per i comunisti infine Fatima fu un atto d'accusa inaccettabile e se il cristianesimo fu (ed è) perseguitato, parlare delle apparizioni portoghesi nei paesi dell'ex blocco sovietico era sufficiente a rischiare la galera.

Ma il miracolo del 13 ottobre, preannunciato dalla “Bella Signora”, cioè il sole che roteò in cielo e parve precipitare sulla terra, visibile anche a chilometri di distanza e durato dieci minuti, asciugò le pozzanghere delle pioggie precedenti, gli abiti dei settantamila presenti ed i sarcasmi degli scettici in un solo colpo.

Nell'apparizione del tredici luglio l'Immacolata profetizza la fine imminente della prima guerra mondiale e l'inizio di “un'altra peggiore”,”nel regno di Pio XI”. E continua:”quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame, di persecuzioni alla Chiesa ed al Santo Padre. Per impedire tutto questo vengo a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se si ascolteranno le mie richieste la Russia si convertirà e si avrà pace; diversamente diffonderà i suoi errori nel mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo si conserverà il dogma della Fede, etc.”

La luce fu un'aurora boreale che illuminò i cieli dell'Europa centrale il 25.01.1938 e annunciò la seconda guerra mondiale, le cui premesse politico-militari sono evidenti proprio nell'ultimo anno del pontificato di quel Pio XI, che nel 1917 non era ancora Papa. Ma, pochi giorni dopo l'ultima apparizione, Lenin, che si definiva "nemico personale di Dio", diventerà il padrone della Russia ed il comunismo sarà il martello che perseguiterà la Chiesa (e continua a farlo dove può), con una ferocia ed una metodicità mai conosciute prima. Lo stesso Lenin confermerà le profezie di Fatima, dicendo ai suoi amici negli stessi giorni del miracolo del sole: "Sulla Russia io ci sputo sopra. Essa è soltanto una tappa intermedia nella marcia della rivoluzione per la conquista del mondo intero. Preferisco un milionario o un capitalista che nega Dio a un contadino o lavoratore che crede in Dio. D'ora in avanti non avremo pietà per nessuno e distruggeremo ogni cosa per erigere su queste rovine il nostro tempio".

Sappiamo delle sofferenze spirituali dei papi, da S.Pio X ad oggi; vediamo Giovanni Paolo II portare nel proprio corpo le stimmate dell'attentato del 13 maggio 1981, nell'anniversario della 1^ apparizione. Abbiamo visto in questo XX secolo genocidi su base etnica dalla portata apocalittica: armeni, curdi, tartari, calmucchi, tebardini, caraciai, lituani, zingari, ebrei, cosacchi, cambogiani, ruandesi, etc.

Il Portogallo, il cui episcopato fu sollecito nel consacrare la sua patria al Cuore Immacolato di Maria, scansò il comunismo ben due volte: durante la guerra civile spagnola (1936-1939) e durante la "rivoluzione dei garofani" (1974-1975), nonostante che in questo ultimo periodo il potere sovietico fosse al suo massimo grado di espansione e sembrasse inarrestabile.

Suor Lucia, la superstite veggente, ha ripetutamente chiesto per conto della Regina del Rosario (come Ella si qualificò) la consacrazione della Russia e del mondo al Cuore Immacolato di Maria, promettendo in cambio la conversione della prima e la pace per il secondo. Ma, ad oggi, nonostante due consacrazioni operate  nel 1942 e nel 1952 da Pio XII (consacrato vescovo il 13.05.1917) e altre due del 1982 e del 1984 operate da Giovanni Paolo II (sopravvissuto miracolosamente all'attentato il 13.05.1981), queste due promesse non si sono ancora realizzate; non quanto sarebbe auspicabile, almeno. I conflitti continuano ad essere cronaca quotidiana di diversi popoli, la Russia ha recentemente ripreso le sue persecuzioni, anche se in modo più blando, e uno dei suoi errori, ovvero il comunismo, è sempre in guerra contro il  Vangelo. Esso infatti non solo perseguita crudelmente la Chiesa nei paesi in cui detiene visibilmente il potere, ma ha anche diffuso ovunque quel relativismo, frutto della dialettica hegeliana, che unendosi al nichilismo della società consumista, sta determinando il crollo di tutti i valori. Di quest'ultima strategia il '68 fu l'esempio più evidente, e gli effetti di quel movimento segnano ancora la generazione presente e segneranno quella a venire.

Siamo in presenza dunque di una carrellata profetica che copre il XX secolo e sfocia nel XXI. Il Sommo Pontefice, felicemente regnante, ha infatti affidato il millennio che si è aperto alla Madonna di Fatima, memore certamente della terza parte del segreto, rivelata dal Card. Ratzinger durante il Giubileo del 2000. Leggiamone un estratto:“Il Santo Padre attraversò una grande città mezza in rovina e, mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino”. Il riferimento più probabile è a cadaveri spirituali e metaforici, di cui ormai le strade della Città dell'Uomo sono piene, bisognosi di benedizioni più dei cadaveri letterali, peraltro descritti subito dopo. Il primo è proprio il Santo Padre “ucciso da un gruppo di soldati” ... “e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”; ovvero la Chiesa generalmente martirizzata in tutte le sue componenti vocazionali. Sia nel 1999 che nel 2000, i cristiani uccisi per la fede nel mondo sono stati circa 160.000. Durante il Giubileo del 2000 il Sommo Pontefice ha ricordato come il XX secolo abbia cumulato più martiri dei 19 secoli precedenti, e precisamente, secondo alcuni calcoli, 45 milioni dei 70 complessivi nei 2000 anni di storia della Chiesa. Martirio e persecuzione sono caratteristiche costanti per la Sposa di Cristo, ma l'entità, l'estensione e la raffinatezza che li caratterizzano in questi tempi, in cui tanto si blatera di “religione dell'uomo”, antropocentrismo e diritti umani, è senza precedenti. L'Immacolata però, vigile e protettrice, non abbandona il suo popolo e proprio a Fatima gli consegna la più fulgida delle promesse: “Infine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Non vincerà; sarebbe poco; trionferà! Di un trionfo che non lascerà dubbi ad alcuno, nè spazio a soverchie manovre nemiche. S. Massimiliano profetizzò nel 1937, in pieno furore staliniano,  “l'avvento del giorno grandioso in cui la statua dell'Immacolata troneggerà per opera dei suoi militi nel cuore stesso di Mosca”. Non sarà certo un caso che la Milizia sia nata tre giorni dopo l'ultima apparizione di Fatima, nei vespri della festa di S.Margherita Maria Alacoque, messaggera prediletta del Sacro Cuore, simbolo della regalità sociale di Nostro Signore. Fiduciosi ed operosi, pertanto, aspettiamo e prepariamo quel giorno.



1947- L'Immacolata torna a Roma a trovarsi un altro Ratisbonne. Si tratta di Bruno Cornacchiola, così chiamato in onore dell'eretico Giordano Bruno, da un padre pregiudicato, che va ubriaco al battesimo del figlio. Manesco ed irascibile, il ragazzo cresce nell'ignoranza e nella miseria più nera, finchè, diventato comunista nel 1936 (in un paese in cui il fascismo è al massimo della popolarità), parte volontario in Spagna con le truppe italiane col compito assegnatogli dal P.C.I. di sabotare lo sforzo bellico dei suoi connazionali. Lì conosce un tedesco protestante (di quelli che camminano con la Bibbia sotto il braccio, letteralmente) che lo “converte” e gli infonde un odio furioso alla Chiesa ed al Papa in particolare. Dopo la guerra, assunto dall'ATAC (mezzi pubblici della città di Roma), riesce a far cadere dall'autobus un sacerdote , che si rompe un femore. Si segnala come predicatore anti-cattolico e un giorno mentre  prepara un discorso contro l'Immacolata, in località Tre Fontane  (discarica abusiva e luogo di prostituzione), il 12.04.1947, viene convertito istantaneamente, perchè... La vede. Bruno rimane paralizzato e muto, in  ascolto per un'ora e venti minuti. Così la “Vergine della Rivelazione”, con un libretto grigio in mano (anch' Ella sa usare la Bibbia), dopo avergli tolto come delle squame dagli occhi, parla ancora di persecuzioni. ”Tu mi perseguiti, ora basta ...” (similmente a quanto disse Gesù a S. Paolo, che proprio a Tre Fontane fu decapitato)... “La Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo è il segno che i miei figli si spoglieranno” (rispettivamente si vide una croce spezzata e una talare da prete per terra). Ma anche Bruno sarà perseguitato, e dovrà pregare molto; il Rosario ogni giorno. Poi spiega la sua Assunzione  in anima e corpo (mentre erano in corso le consultazioni dei vescovi per la proclamazione del dogma, che avverrà 01.11.50); e ancora dell'andazzo del mondo e della Chiesa, della crescente crisi della fede e infine gli consegna un messaggio per il “Supremo Pastore della Cristianità”. Aggiunge ancora qualcosa di teologicamente forte:”Io sono colei che sono nella Trinità divina”; una indicazione da seguire e da approfondire, ma che confuta, anzi annulla, ogni pretesa opposizione tra figura e culto di Maria e latria dovuta a Dio.

La prima, saggia, reazione di Bruno (che non è uno sprovveduto) è interrogare i suoi tre figli che hanno avuto con lui la visione, pietrificati in ginocchio, ma non hanno udito parola. Confermato fin ai dettagli in ciò che aveva visto, preso da smania repentina, inizia a ripulire con i bambini quel sordido luogo, che da allora emanerà spesso profumi celestiali. Spiega poi ai suoi figli la presenza reale nell'Eucarestia da lui sempre sempre rinnegata e li porta in una vicina abbazia trappista ad adorare Gesù. Torna poi a casa, dove passa la notte a tentare con la moglie la recita di quel Rosario che nessuno dei due ricorda più, e a chiederle perdono per i tradimenti (fino alla sera precedente) e le battiture alle quali l'aveva per anni sottoposta. Bruno consegnerà poi al Papa il pugnale con cui intendeva ucciderlo sin dal 1938 e diverrà un apostolo mariano straordinario. Un Saulo di Tarso o un Ratisbonne più adeguato al nostro tempo l'Immacolata non poteva trovarlo.

Perchè proprio lui? Ella gli risponderà espressamente: “Non ho trovato uno più peccatore di te”. Violento, irascibile, pugile durante la vita militare, fedifrago, Bruno è anche l'espressione di due rivoluzioni che hanno assalito e gravemente danneggiato la società civile fondata  sulla legge naturale e cristiana, e la Chiesa fondata da Gesù Cristo: quella luterana e quella comunista. Ma nelle parole dell'Immacolata un altro nemico “perseguita e spezza”: i sacerdoti indegni e rinunciatari, che gettano la talare alle ortiche, e ci riportano alla memoria le espressioni sdegnate usate a La Salette. Eppure l' Immacolata indirizza Bruno a cercare ben tre successivi sacerdoti, che dovranno essere identificati con diverse “parole d'ordine” a lui comunicate e che essi avrebbero spontaneamente pronunciate. Tale ricerca, protrattasi per più di un mese, spinse il nostro fino alla disperazione, all'esaurimento e alle minacce di suicidio-omicidio. Quanto vale trovare il giusto sacerdote! L'Immacolata organizzò un'autentica caccia al tesoro per quest'uomo che aveva disprezzato i preti per una vita intera. L'Immacolata, che non è certo anticlericale, dirà ancora: “Io sono la madre del clero santo, del clero fedele, del clero unito. Desidero che il clero sia veramente come mio Figlio lo vuole”.

Ma mi sembra che un'altra ragione della scelta sia la stessa che fa di Saulo l'apostolo delle genti. Bruno come Saulo è deciso, metodico appassionato, caparbio, anche prepotente, quasi assassino. Ma dentro di lui, vi è una spinta, una determinazione che non lo lascia mai crogiolare nei risultati raggiunti. Tale spinta farà di lui un apostolo straordinario; alfine della causa giusta. Gli dirà l'Immacolata: “...verrà tempo in cui la verità sarà dimenticata. La gente non camminerà più nella verità...” e gli darà l'incarico (fedelmente assolto) di creare il SACRI (Schiere Arditi di Cristo Re Immortale), un movimento di rievangelizzazione. L'Immacolata addurrà un'altra motivazione ancora alla sua conversione: “Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di iniziare la via dell'errore, ti hanno salvato”. Potenza del sacramento matrimoniale! Mirabile realizzazione del detto paolino “il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente”(1 Cor. 7,14)! Potenza di amore di una sposa cui Bruno non lesinò nè tradimenti, nè percosse fino alla sera precedente alla conversione! Altro che divorzio! Potenza infine del Sacro Cuore e di questa devozione che taluni disprezzano!

Il card. Poletti, vicario di Roma, espresse verbalmente parere favorevole sulle apparizioni in un pubblico incontro, ma è ancor più interessante riflettere su questa conversazione che Pio XII ebbe con alcuni monsignori di curia. “Ma che cosa dobbiamo decidere? Non si fa del bene? Non si prega? Non ci sono ravvedimenti? Non si accomodano matrimoni? E allora lasciamo che la Madonna faccia quello che noi non sappiamo fare”.

L'attualità di tutte queste considerazione mi sembra fin troppo evidente.


SICILIA TERRA DI MARIA

Gli interventi palesi

Nella cattedrale di Messina si conserva una lettera che la tradizione attribuisce alla Madre di Dio, in cui Ella loda la “fede grande” dei messinesi e si proclama loro “perpetua protettrice”. La veridicità del documento è controversa, ma il favorevole atteggiamento dei Papi e dei vescovi locali, la fede dei messinesi e i numerosi miracoli operati in ogni tempo ed in diverse nazioni nel solco di questa devozione, lasciano comprendere quanto il rapporto tra Maria SS. ma e i messinesi sia antico ed efficace.

Ancora grande è l'interesse e l'intervento della Madonna nella liberazione della Sicilia dal dominio mussulmano, sopratutto a fianco di Ruggero I d'Altavilla.

Già nel 1061 Papa Nicolò II consegnò al conte un vessillo raffigurante Maria e il Bambino, col mandato di spiegarlo in battaglia. Così farà Ruggero sin dalla prodigiosa liberazione di Messina dalle preponderanti forze nemiche, continuando a portarlo sempre con sè nei 31 anni che servirono a liberare isola, per donarlo infine alla città di Piazza Armerina, dove attualmente riposa in una maestosa chiesa del '600.

Successivamente, circondato dai saraceni presso Giarre e vistosi perduto, invocò Maria SS., promettendo l'erezione di un tempio se si fosse salvato. Così fu, e Ruggero fece innalzare quello che oggi è il santuario di S. Maria della Strada.

Durante l'assedio di Palermo, nel 1064, la truppa normanna è assalita e decimata da velenosissimi ragni. Ruggero invoca Maria che gli appare e lo esorta ad accendere un gran fuoco. Tanto basta perchè il flagello cessi. Il fatto è ricordato in un mosaico presente nel santuario della Madonna dei Rimedi, eretta nel luogo dove il Granconte fece erigere per ringraziamento un omonimo tempietto.

Maria riappare a Ruggero a Palermo nel 1071 “con augusto sembiante più che humano, vestita di roscio col Figliolo nella sinistra e lo stendardo nella destra sopra una porta, per la quale entrato, conquistò la città”, come ci narrano Marco Allegrambe e Antonio il Verso. Tale porta venne poi nominata Porta Vittoria, vi fu eretta a ridosso la chiesa di Maria delle Vittorie, e all'altare fu posta una lapide che ricordasse il fatto.

Nel 1072 un'altra battaglia decisiva si svolse a Mazara del Vallo. Anche qui Ruggero, attribuendo a Maria SS.ma la vittoria, realizzò il santuario della Madonna dell'Alto.

Ma nel 1091 i mussulmani tornano in forze e si presentano sulla costa di Scicli con 600 chelandre e 60.000 uomini. Gli sciclitani si schierano sulla spiaggia giusto per vendere cara la pelle, dopo avere chiesto l’intervento di Maria SS.ma. Ed ecco apparire in alto la Madonna, su un bianco destriero con la spada in pugno, mentre una fitta nebbia avvolge improvvisamente i saraceni che nella confusione si uccidono fra loro. Giunge in quel momento Ruggero con una schiera di normanni e  insieme agli sciclitani attacca il nemico, ricacciandolo presto in mare. La “Madonna delle Milizie” viene ancora ricordata da una bella statua equestre e la battaglia viene ancora ricostruita.

I pirati saraceni sbarcano sulle spiagge di Carini nel XV secolo. Ben poco potevano contadini e cittadini per opporsi al massacro e al saccheggio. Ma d'improvviso si vede la collina brulicante di armati e i mori impauriti riprendono in fuga la via del mare. I carinesi attribuirono a Maria SS.ma tale intervento miracoloso e grati costruirono l'attuale chiesa della Madonna di Loreto.

Maria scende in campo anche per liberare il popolo siciliano dal giogo angioino. Nel 1282, sul colle della Capperina, presso Messina, si vide correre una Dama Bianca lungo gli spalti lanciando dardi contro i francesi. L'apparizione vi si ripete nel 1301, quando gli angioini erano ormai prossimi a lasciare l'isola. Stavolta La videro tutti, anche i francesi, tanto che uno di loro le lanciò contro una freccia. Mal gliene incolse, perchè la saetta tornò indietro e lo ferì all'occhio. Ciò fu sufficiente perchè gli invasori atterriti fuggissero ed i messinesi riconoscenti innalzassero il santuario di S.Maria di Montalto.

Nel 1400, nel 1482 e nel 1493 Palermo è presto liberata dalla peste appena Maria viene invocata, e si innalzano chiese in ringraziamento.

Ma sarà nel '600 che l'Immacolata trionferà nel cuore dei siciliani, che vengono duramente provati da diverse calamità, ma rispondono con fede in Dio e fiducia in Sua Madre in un modo generale e manifesto.

Ricordiamo in particolare la liberazione della peste a Palermo nel 1624, attribuita a S.Rosalia (per cui venne indetta la processione cittadina del 15 luglio), ma sopratutto alla sua “mezzana ed intercessora” (ovvero l'Immacolata), come disse il Pretore con unanime consenso dei palermitani (in onore delLa quale a partire dal 1660 si è svolta la processione cittadina dell'8 dicembre).

La cosa non sorprende se si riflette sul gran culto a Maria di cui era impregnata la corte normanna nella quale la romita palermitana nacque e crebbe, e di cui la Santa, parente del re e dama della regina Margherita, era certamente devota. Ai palermitani dell'epoca parve subito indubbia la collaborazione, gerarchicamente ordinata,  fra le due Vergini.

Le prove dell'amore dell'Immacolata per i siciliani nei tempi successivi sono tante e tali che non serve citarle, se non limitatamente a quelle di carattere profetico. Infatti, agli aiuti e ai sostegni seguirono gli avvisi. L'Immacolata, appare frequentemente, offre pane caldo, lacrima e sanguina nelle sue immagini, risuscita morti e compie miracoli. A Siracusa nel 1953, lacrima ripetutamente da una modesta immagine di gesso in casa di privati cittadini. Amaro il commento di Pio XII.: “Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime?”

Molto attuali infine le sue successive apparizioni nel castello di Cefalà Diana (PA) nel 1967, ripetute anche dinnanzi a dieci “compagni” della locale Camera del Lavoro, recatisi sul posto per smascherare “il trucco clericale”. Otto di loro videro l'Addolorata, e lo dichiararono sotto giuramento. Gli stessi, convertiti, furono tra i promotori più zelanti della costruzione del santuario dell'Addolorata oggi esistente ai piedi del castello, realizzato in meno di un anno.

Don Nunzio Russo (+ 1906), grande sacerdote e grande palermitano, così riassume tanta benevolenza in una omelia del 24.11.1867, ringraziando l'Immacolata per la liberazione di Palermo dal colera: " ...Maria ci ha francato dai grandi pericoli che hanno minacciato l'esistenza del mondo moderno e, se gravi pericoli ci sono venuti dalla rivoluzione, è stata sempre essa che li ha scongiurati, come essa abbia scongiurati sempre i pericoli venuti dalla corruzione pagana e dalla barbarie islamitica, dal socialismo degli albigesi e valdesi e dal protestantesimo, dal giansenismo e dalla rivoluzione".

Le risposte

Ma tanto amore è corrisposto? Secondo vari autori la devozione a Maria nasce già in Sicilia con la prima evangelizzazione, che vide la presenza per tre giorni di S.Paolo e forse anche di S.Pietro.

I santi Procolo e Globodeo, nel presentarsi quali seguaci di Cristo a S. Ninfa, non possono non citare la Sua Madre Vergine. Nelle catacombe di Siracusa troviamo le prime sculture raffiguranti Maria, e in quelle di S.Giovanni il primo dipinto, risalenti al IV secolo. Chiese, pitture e statue sono sempre più numerose nell'isola, sopratutto dopo la liberazione dai Goti operata dal bizantino Belisario (535), che innalza la chiesa della Pinta in ringraziamento;  e la liturgia è talmente intrisa di riferimenti mariani che “non esiste una cerimonia senza un'invocazione a Maria” (A.Raes, Maria nella liturgia orientale dal sec.V in poi). Ciò è talmente vero che nel mondo orientale già dal VII secolo si celebra la S.Messa dell'Immacolata. Fra l'VIII e il IX secolo cantori dell'immacolato concepimento sono altresì i grandi innografi siracusani (di cui alcuni  vescovi e santi canonizzati). Degno di citazione più di tutti è S.Giuseppe innografo, che scrive 400 inni (di cui molti ancora inseriti nella liturgia bizantina), che la chiama addirittura “immacolatissima” (ma non è il solo a farlo). L'invasione mussulmana caccia nelle catacombe la chiesa siciliana, ma non spegne questa ardente devozione. Sorprende (ma non troppo) come i normanni, da poco convertiti, la abbraccino e la propaghino con uno zelo straordinario, anche per quell'epoca. Da Ruggero I in poi (ma anche il fratello Roberto il Guiscardo non era da meno) è un continuo crescendo di devozione, segnato dalla costruzione di grandi chiese e monasteri intitolati a Maria. Al centro dell'abside del duomo di Monreale, sotto il Pantocratore, Ella è regalmente assisa con accanto la scritta in lingua greca:”la tutta pura”; ovvero l'Immacolata. Siamo nell'XII secolo e regna Guglielmo II, costruttore della cattedrale.

Per tanta precedente tradizione e per l' incisiva presenza dei francescani, dal 1200 in poi, il pensiero “immacolatista” di Duns Scoto dalla lontana Inghilterra trova terreno fertile, tanto che nessuno fra il clero o il popolo nega apertamente tale diffusissima convinzione almeno fino al XVI secolo.

Il 14.04.1323 l'arcivescovo Orsino concede indulgenze da lucrarsi anche nella festa della Concezione.

Il 05.03.1425 il vicerè Nicolò Speciale approva fra i Capitoli emanati dalla città di Palermo quello che comprende l'Immacolata Concezione fra le feste di precetto, richiamando il fatto che si tratta di “antiqui festivitati”.

Nel 1439 l'arcivescovo di Palermo, Nicolò Tedeschi sostiene la tesi immacolatista al concilio di Basilea.

Nel 1602, a Palermo,  Placido Negidio scrive la Summae Sacrae Mariologiae Pars Prima, il primo trattato di mariologia nella storia della Chiesa, intesa quale disciplina autonoma e non quale branca della patristica, così coniando la stessa parola, "mariologia".

Nel 1615 il vicerè Paolo Giron raccomanda a tutti i comuni dell'isola di dare maggiore solennità alla festa dell'Immacolata.

Nel 1619 Palermo invia a Papa Paolo V una petizione per la proclamazione del dogma..

Nel 1623 ad opera di Placido Negidio viene composto il primo Mariale della storia della Chiesa.

Arriviamo così a quel 27 luglio del 1624 che vede esplodere, fra tanti celesti prodigi, la devozione a S.Rosalia. Ma, contemporaneamente alla proclamazione della Santuzza a patrona di Palermo, il senato, riferendosi alla Beata Vergine, si propone di “honorare la sua Immacolata Conceptione con fare la festa nel suo giorno”.  Ancor più, il 15 agosto dello stesso anno, il senato stesso, il cardinale Giannettino Doria, vicerè di Sicilia ed arcivescovo di Palermo, il capitolo ed il clero palermitano, giuravano di professare e difendere “ad ultimum vite spiritum “ il mistero della Concezione celebrarne la festa e digiunare alla vigilia. Il 16 novembre l'Immacolata è proclamata patrona e principale protettrice della città con la specifica riportata nell'atto del senato di essere pronti a spargere il sangue in difesa del Concepimento Immacolato. Dal 1700 in poi il sommo magistrato cittadino appose la sua firma pubblicamente e solennemente per tale giuramento, mutato in una più modesta supplica dopo il 1854, quando tale verità divenne dogma della Chiesa, da ritenersi per fede da parte di tutti i credenti, e quindi implicitamente meritevole del versamento del sangue. Padre Strozzi S.J. scriverà nel '700 nel suo “Controversia della Concezione della B.V.Maria”: “Se imprendessi a registrar il numero di quelli che in quest'ordine han militato a sostenere la pia sentenza, mi si direbbe con ragione: numera le stelle se puoi”; così come non si possono numerare le organizzazioni e le confraternite laicali ispirate all'Immacolata nate ed ancora esistenti nella città. Mi limito a citare soltanto, per il suo titolo carico di echi monfortiani, la “Congregazione degli schiavi dell'Immacolata Maria del porto e riporto della bara”, che si occupano di portare il simulacro argenteo per la festa dell'8 dicembre e, ovviamente, a...riportarlo al punto di partenza (la basilica di S.Francesco).

Ma Palermo non è sola in questo slancio di consacrazione all'Immacolata. Si legano poi, con modalità diverse, Trapani (1639), Ciminna (1640) , Catania (1643), Noto (1644).

Nel 1643 il parlamento siciliano La nomina patrona principale dell'isola. Lo stesso anno il vicerè Henriquez de Cabrera, nel comunicarlo a tutti i comuni, ne ordina la celebrazione della festa. Ma subito dopo, a seguito di un'ordine di re Filippo IV,  per tutti i domini della corona spagnola, Sicilia compresa, oltre alla solennità dell'8 dicembre, si dovette celebrare un novenario in onore dell'Immacolata in tutte le cattedrali a partire dalla domenica in Albis.

Il 07.12.1647 il senato di Messina, attribuisce  all'Immacolata il merito di aver preservato la città dalla peste e dalla fame dilaganti nell'isola, e la nomina patrona (nel 1656 viene emesso il voto di difendere il privilegio, che l'università rese obbligatorio per tutti ... i laureandi).

Nel 1654 il senato ed il popolo di Catania, spinti da una rovinosa eruzione dell'Etna, emettono il voto di difendere la tesi immacolatista (fino allo spargimento del sangue dal 1656)  e proclamano l'Immacolata patrona della città.

Nel 1655 il vicerè Rodrigo Sandoval ordina ai vescovi che tutti i comuni dell'isola emettano il voto ed il giuramento di difendere il privilegio dell'Immacolato Concepimento.

Nel 1694 tutte le parrocchie di Palermo innalzano, per ordine dell'arcivescovo Bagan, statue di Maria per la liberazione dal terremoto di quell'anno.

Il 31.08.1726 un terremoto fa crollare molti quartieri di Palermo e parecchie chiese. Il 3 settembre l'arcivescovo Giuseppe Gasch "intima una processione di penitenza" che parte dalla chiesa  di S.Francesco  (cuore della devozione cittadina). Il 22 settembre il senato si reca nella stessa chiesa a cantare un Te Deum di ringraziamento all'Immacolata per la liberazione da danni maggiori e giura di sovvenzionare una festa nella ricorrenza del terremoto, che si celebrerà fino al 1866.

Il 18.03.1739 tanti impegni trovano la suprema sanzione nella bolla di Clemente XII che proclama l'Immacolata patrona principale dell'isola.

Nel 1740 Ludovico Antonio Muratori contesta in un suo scritto il “voto sanguinario”. Non l'avesse mai fatto! Tantissime città siciliane lo rinnovano, “fino allo spargimento del sangue, “di tutto il sangue”, con grande partecipazione di popolo e di autorità.

Nel 1799 il clero ed alcune comunità religiose palermitane chiesero, (e ottennero per la prima volta nella storia della Chiesa), a Papa Pio VI, prigioniero dei francesi a Firenze, l'autorizzazione a celebrare la festa del Cuore di Maria, con ufficiatura propria. Il Pontefice acconsentì rimettendo l'esecuzione della concessione all'arcivescovo di Palermo, che, sorpassando il suo mandato, la estese a tutta la diocesi, attirando su di sè i fulmini della Sacra Congregazione dei Riti.

Nel 1850 l'episcopato siculo si pronuncia favorevolmente all'unanimità alla richiesta della Santa Sede circa la definizione dommatica

Dal 22.2.1855 al 4.3.1855 la Sicilia intera esplode in festeggiamenti solenni e continuati per l'avvenuta e tanto sospirata proclamazione del dogma.

Il 17.10.1954 il cardinale Ruffini, in unione a tutti i vescovi, le autorità politiche, regionali e nazionali, ed una immensa moltitudine, rinnova solennemente la consacrazione dell'isola.

Il 27.10.2001 il presidente della regione siciliana, on. Salvatore Cuffaro, pronuncia un atto di affidamento al Cuore Immacolato di Maria nel santuario di Siracusa, straripante di fedeli.

Il futuro

Tanto scambio d'amorosi sensi fra la Sicilia e l'Immacolata avrà bene le sue ragioni. Fra i suoi frutti, facilmente riscontrabili, vi sono certamente una fervente religiosità, una diffusa devozione mariana, una maggiore resistenza dell'istituto familiare allo sfaldamento in atto e un'attenzione calorosa per la persona umana, maggiori che altrove. Eppure anche questi patrimoni, accumulati nei secoli, sono in via di progressiva riduzione. Perchè? Cosa fare? A tali angosciose domande risponde il radiomessaggio che S.S. Pio XII, il 17.10.1954, proclamò a conclusione del convegno mariano di Sicilia. Esso fornisce diagnosi e terapia, è attualissimo e validissimo per l'isola, ma estensibile a tutto il mondo cristiano:« ...Ora, se tanto ardente e radicata è la devozione a Maria nel popolo di Sicilia, chi potrebbe meravigliarsi che Ella-secondo quanto ci è stato riferito dai vostri degnissimi Presuli -abbia scelto una vostra illustre città per dispensare in questi ultimi tempi segnalatissime grazie? ... Certamente questa Sede Apostolica non ha finora in alcun modo manifestato il suo giudizio intorno alle lacrime che si dissero sgorgate da una sua effige in un'umile casa di lavoratori; tuttavia non senza viva commozione prendemmo conoscenza della unanime dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento. Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre nè dolore nè mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliolo. Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio? A voi spetta il cooperare con l'esempio e con l'azione al ritorno dei profughi alla casa del Padre e di adoperarvi affinché si chiudano al più presto le brecce aperte dai nemici della religione nella vostra isola, fatta oggetto di cupido assedio. Perciò non lasciate trascorrere questo giorno senza proclamare unanimamente, pubblicamente e solennemente non vorremmo terminare questa Nostra Esortazione, senza avervi indicato brevemente in che modo il popolo della Sicilia rinsalderà la sua fedeltà a Cristo. Curate primieramente l'istruzione religiosa in tutte le età e in tutti i ceti sociali, in particolare tra la gioventù. Agli ammalianti sofismi degli avversari della Chiesa non vi è che da opporre la chiarezza della sua verità. Un popolo che non conosca quali siano i veri tesori, non saprà nè conservarli nè difenderli: si accorgerà dei perduti beni, quando ne sarà stato già depredato. ..».

CONCLUSIONE

Le conclusioni di questi nostri modesti appunti sono di carattere operativo, tese a  fornire spunti per una riflessione sulla teologia della storia e sugli atteggiamenti conseguenti che vanno assunti personalmente da ogni cristiano di buona volontà.

1)L'Immacolata, delegata da sempre alla lotta contro il serpente, esercita in misura visibilmente crescente tale ruolo, e chi vuole operare in tal senso prescindendo da Lei, sarebbe “sua desianza volar senz'ali” (Paradiso 33,15).

2)Il felice interscambio Sicilia/Immacolata è premessa ad una privilegiata missione. Il popolo siciliano può vantarsi e godere di una diffusa devozione all'Immacolata, con tutti i benefici di cultura e di mentalità che ne derivano, perchè Ella si attende da lui qualcosa di più che dagli altri, ovvero un forte contributo a quella rievangelizzazione, a quel trionfo del Cuore Immacolato ai quali ci chiamano sempre più fortemente la Chiesa e le circostanze. Per dirla col Montfort, quanti“santi così eccelsi da superare in santità la maggior parte degli altri santi, quanto i cedri del Libano sorpassano gli arbusti” dovranno essere siciliani nei tempi di Maria che abbiamo già iniziato a vivere? La parabola dei talenti vale per gli individui ma anche per le famiglie di diversa natura. L'ordine francescano, famiglia religiosa, visse questo rapporto privilegiato con l'Immacolata più degli altri istituti religiosi e uno dei risultati fu una straordinaria fioritura di straordinari santi. La Sicilia, famiglia regionale e culturale di forte identità non deve essere da meno.

3)Il collegamento, o meglio subordinazione, o meglio comunione o meglio transustantazione dei nostri gusti, desideri, azioni, idee e preghiere va operato toto corde, divenendo “ servo, figlio, schiavo, proprietà .. per tutta la vita, per la morte e per l'eternità. Essere suoi senza alcuna restrizione, irrevocabilmente, per sempre.”... “Noi vogliamo essere ossessi da Essa, che Essa stessa pensi, parli, agisca per mezzo di noi ... annientati in Essa, transustanziati in Essa”.

Queste sante ed ispirate parole del fondatore della M.I. riassumono la consacrazione all'Immacolata, quella che tutti i soldati di Cristo dovrebbero fare per meglio estendere il Regno del loro Signore.

4)S.Massimiliano profetizzò: “L'Immacolata diverrà regina del mondo intero e di ogni singola anima”. A noi il compito di "conquistare tutte le nazioni sotto lo scettro di Cristo, portando ovunque con coraggio l'azzurro stendardo dell'Immacolata"(S.Massimiliano, sk. 780).


Milizia dell'Immacolata
"zona  Bagheria"
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