Fondazione e Statuti Generali della Milizia dell' Immacolata - Milizia dell'Immacolata Zona Bagheria

Milizia dell'Immacolata
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STATUTI GENERALI DELLA MILIZIA DELL’IMMACOLATA

Natura


Art. 1: La Milizia dell’Immacolata, fondata a Roma da san Massimiliano Kolbe il 16 ottobre 1917 con la denominazione latina Militia Immaculatae (M.I.), è un’associazione pubblica di fedeli, universale e internazionale. Essa è aperta a laici e chierici ed è retta a norma dei canoni 312-320 del CJC, delle direttive della Chiesa e dei presenti Statuti.
Secondo il pensiero del Fondatore, essa può assumere denominazioni diverse a seconda delle differenti esigenze culturali e ambientali, conservando però coerentemente la sigla internazionale M.I.

Art. 2: E’ pertanto un’associazione nella quale i membri, memori della vocazione di tutti i cristiani alla santità personale e all’evangelizzazione, e della missione di grazia di Maria nella Chiesa e nel mondo, frutto della sua unione perfetta con lo Spirito Santo (cf SK 634, 1224, 1229, 1310, 1318), riconoscono nel mistero della sua Immacolata Concezione il punto focale della loro spiritualità, teologia e apostolato (Disc. di Paolo VI per la beatificazione di P Kolbe, 17.10.1971).

Art. 3: La Milizia dell’Immacolata è stata definita dallo stesso Padre Kolbe: “una visione globale di vita cattolica sotto forma nuova, consistente nel legame con l’Immacolata, nostra Mediatrice universale presso Gesù” (SK 1220). Essa infatti si propone essenzialmente di promuovere l’estensione del Regno di Cristo nel mondo attraverso l’azione dell’Immacolata, stimolando tutti i cristiani - laici, religiosi e contemplativi - a porsi a servizio di Lei nella missione che Ella ha come Madre della Chiesa.


Art. 4: Il fine della M.I., universale come la sua missione, consiste:

1. nel collaborare alla conversione di tutti, perché “mediante l’intercessione della Vergine Maria, Regina degli Apostoli, le genti siano quanto prima condotte alla conoscenza della verità (AG 42), all’osservanza della legge di Dio e all’unione con la Chiesa, “affinché con l’aiuto della Madre di Dio diventino una cosa sola”(OE 30; MC 33);

2. nel collaborare alla santificazione di tutti e di ciascuno in particolare, sull’esempio dell’Immacolata, nella quale la Chiesa “contempla con gioia, come in un’immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere” (SC 103); e in tal modo

3. procurare la massima gloria alla santissima e indivisibile Trinità (cf LG 69).

Spiritualità e formazione

Art. 5: La spiritualità della M.I. consiste nel vivere la consacrazione battesimale alla luce dell’Immacolata dono del Redentore. Egli sul Calvario compie il primo atto di affidamento, donando Maria al discepolo e il discepolo a Maria (cf Gv 19, 25-27). La vita del discepolo è caratterizzata dalla presenza della Madre (cf RM 45). Padre Kolbe ha vissuto il rapporto vitale con Maria in modo singolare, inteso come una “trasformazione in lei”, “un diventare Lei” (SK 508) per raggiungere una più perfetta unione con Cristo.

Art. 6: La M.I. afferma nei cristiani il primato della vita interiore, secondo il principio caro a San Massimiliano: “innanzitutto dedicati completamente a te stesso e così potrai donarti completamente agli altri… per la sovrabbondanza della tua pienezza” (SK 971; 980). Nella preghiera personale, i militi cureranno in particolare la recita quotidiana della giaculatoria: “O Maria, concepita senza peccato…” unita alle “intenzioni” suggerite mensilmente dal Centro Internazionale. Da non trascurare l’uso lodevole di portare con devozione la Medaglia Miracolosa, segno esteriore della propria appartenenza alla M.I. (cf programma originale).

Art. 7: Sull’esempio di Maria, Vergine in ascolto, Vergine in preghiera, Vergine Madre, Vergine offerente (cf RM 17 20), i membri della Milizia dell’Immacolata riconoscono il valore fondamentale dell’ascolto della Parola di Dio, della celebrazione liturgica, della preghiera, della carità verso tutti, dell’offerta del proprio essere per collaborare con Cristo alla salvezza del mondo.

Art. 8: Poiché la donazione di se stessi all’Immacolata non è un atto transitorio, ma una responsabile e dinamica accettazione dello stato di conformazione a Lei, per crescere nello spirito di fede e di servizio, è necessario che i militi vengano adeguatamente formati secondo gli ideali dell’Associazione e nello stile apostolico che la caratterizza. Pertanto i membri si impegnano ad approfondire la propria formazione spirituale, teologica, mariologica e pastorale, attingendo alla ricchezza del magistero della Chiesa e alle varie iniziative proposte dall’Associazione.

Art. 9: I membri amano la Chiesa, Madre e Maestra, e si propongono come presenza viva e operante per contribuire alla crescita della comunità ecclesiale.

Missione

Art. 10: Tre sono i fronti di azione del Milite dell’Immacolata: se stesso, l’ambiente, il mondo. Colui, infatti, che sceglie di far parte della M.I.:

2. inizia la sua missione dalla conversione e santificazione personale: la conquista di sé a Dio è il suo primo indispensabile atto;

3. scorge poi nella famiglia, nei vicini, nel campo del suo lavoro e del suo tempo libero il terreno provvidenziale per evangelizzare con l’esempio, la buona parola e la diffusione della stampa (SK 1127);

4. infine, poiché la M.I. è un movimento a dimensione ecclesiale, allarga il suo cuore ad ogni uomo e al mondo intero.

Art. 11: I membri della Milizia dell’Immacolata fanno propria la missione della Chiesa: “portare il Vangelo di Cristo come fonte di speranza per l’uomo e di rinnovamento per la società” (ChL 29).

Art. 12: Riconoscendo nell’Immacolata “la creatura nuova”, la M.I. vede in Lei, perfetta discepola del Signore, il modello del credente.

Art. 13: Lo specifico della M.I. consiste nel promuovere il mistero dell’Immacolata Concezione, ossia: “seminare questa verità nei cuori di tutti gli uomini [...] e curarne l’incremento e i frutti di santificazione” (SK 486), contribuendo alla formazione cristiana delle coscienze e alla nuova evangelizzazione. Maria, segno della vittoria sul male e sulla morte, “per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, mentre viene predicata e onorata, chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’ amore del Padre” (LG 65).
Art. 14: I Militi si impegnano, quindi, a comunicare l’amore all’Immacolata attraverso la testimonianza nei vari settori di attività sociale, permeando di spirito evangelico ogni realtà umana. Sono chiamati, pertanto, a svolgere con particolare dedizione ogni attività, a promuovere la tutela della vita, a servizio della dignità integrale della persona, proponendo i valori di fraternità, di giustizia e di solidarietà.

Art. 15: Tutti i membri della M.I., consapevoli di essere sempre e ovunque missionari, sono tali nella misura in cui vivono l’unione con Cristo Redentore sull’esempio di Maria. Nel riconoscere che il vero missionario è il santo, pongono al primo posto i mezzi evangelici della preghiera, del sacrificio, della testimonianza di vita (cf. RMi 90). Da Padre Kolbe è raccomandata caldamente anche la diffusione della Medaglia miracolosa, segno dell’attenzione materna di Maria verso i peccatori e occasione propizia per la loro conversione.

Art. 16: Una presenza significativa nell’Associazione è costituita dalle persone che soffrono. La loro consacrazione all’Immacolata nell’offerta delle proprie sofferenze rende partecipe tutta l’Associazione al mistero redentivo di Cristo e rinnova l’impulso missionario.

Art. 17: Particolare premura è riservata alla presenza dei giovani. Ogni Centro Nazionale si adopera per organizzare il Movimento Giovanile M.I. quale parte integrante dell’Associazione. Per tale Movimento il Direttorio nazionale disporrà uno specifico itinerario formativo e pastorale.

Art. 18: I membri della M.I., ai sensi dell’art. 8, si avvalgono dei mezzi che Padre Kolbe ha utilizzato con spirito profetico e francescano, divenendo così apostoli “della penna, del microfono, dello schermo, o di qualsiasi altro mezzo” (SK 382). Essi operano:

1. nell’ ambito dell’evangelizzazione (annuncio della Parola, catechesi, attenzione al mondo giovanile, missioni popolari, corsi di formazione spirituale, di aggiornamento o di cultura mariana); sul piano della carità (promozione umana, attenzione ai bisogni emergenti); nei settori dei mass-media (attività editoriale, radiotelevisiva, informatica, ecc.).

2. Organizzazione e Governo

Art. 19: Essenziale per l’ appartenenza alla M.I. è il totale affidamento, cioè la consacrazione di se all’Immacolata: anima e corpo, capacità umane e beni spirituali.
Nessuno può essere iscritto alla Milizia dell’Immacolata senza adeguata preparazione, a norma del Direttorio nazionale.
Il rito d’iscrizione viene celebrato secondo le modalità del luogo, evidenziando i due aspetti essenziali: l’atto di consacrazione e l’imposizione della Medaglia miracolosa.
L’ atto viene trascritto nel registro dell’Associazione presso un Centro o una Sede giuridicamente eretti.

Art. 20: Secondo le indicazioni di Padre Kolbe, nella M.I. la consacrazione può essere vissuta:

1° singolarmente e spontaneamente, secondo lo Statuto originale redatto dal Fondatore medesimo. E’ la M.I./1;
2° in forma associativa, a norma dell’art. 1 dei presenti Statuti. E’ la M.I./2;
3° in maniera totale e incondizionata, in organismi legittimamente autonomi, dediti in maniera esclusiva alla causa dell’Immacolata. E’ la M.I./3. E’ il caso proprio delle Città dell’Immacolata, dei Centri direttivi, delle Case Mariane, degli Istituti e Congregazioni maschili e femminili d’ispirazione kolbiana.

Art. 21: Strutture dell’ Associazione sono:
- il Centro Internazionale
- i Centri Nazionali
- i Centri Regionali
- le Sedi Filiali e i Centri Locali.

Art. 22: Il Centro Internazionale svolge opera direttiva e di coordinamento dell’ Associazione nel mondo. Suo compito è fare in modo che l’ideale e la dottrina di Padre Kolbe si rafforzino e si sviluppino attraverso approfondimenti nuovi progetti, al passo con il cammino della chiesa, avvalendosi. anche dell ‘apporto degli Istituti d’ispirazìone kolbiana, testimonianza viva della multiforme eredità del Santo.

Art. 23: Il Centro Internazionale è composto:
- dal Presidente
- dall’ Assistente
- dal Consiglio di Presidenza.
- In maniera analoga si strutturano gli altri Centri nel rispettivo ambito.

Art. 24: Gli organi di governo dell ‘ Associazione sono:
- il Moderatore Supremo
- l’ Assemblea Generale
- il Presidente Internazionale
- il Consiglio di Presidenza.
- Organo di controllo amministrativo è il Collegio dei Sindaci.

Art. 25: Il Moderatore Supremo della M.I. è il Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali. Egli garantisce l’esatta interpretazione del carisma kolbiano e rinnova il legame storico dell’ Associazione con l’Ordine cui appartiene san Massimiliano Kolbe.
Delegato del Moderatore Supremo è l’ Assistente Internazionale, da lui nominato fra i Religiosi del medesimo Ordine.

Art. 26: Compiti principali dell’ Assistente Internazionale sono:

1° stabilire una continuità di rapporti tra l’ Associazione e l’Ordine dei Frati Minori Conventuali,
2° fornire precisazioni di orientamento sui principi dottrinali che debbono guidare le diverse azioni del Consiglio di residenza,
3° suscitare un clima di preghiera all’interno del Consiglio, che ne animi tutta l’attività apostolica,
4° nominare l’ Assistente Nazionale, designato dalla competente Autorità religiosa, a norma del Direttorio nazionale e ai sensi dell ‘ art. 38 dei presenti Statuti.

Art. 27: Attesa l’universalità dell’ Associazione, l’ Assemblea Generale dei soci è costituita a carattere rappresentativo:
- dal Presidente Internazionale
- dall’ Assistente Internazionale
- dal Consiglio di Presidenza
- dai Presidenti Nazionali
- dagli Assistenti Nazionali
- dai delegati del Movimento Giovanile, a norma del pirettorio.
In caso di elezioni, presiede l’ Assemblea il Moderatore Supremo o un suo delegato, che ha facoltà di confermare l’ eventuale elezione di un Religioso all ‘ufficio di Presidente Internazionale.

Art. 28: Compete all’ Assemblea Generale:

1° eleggere, a norma del diritto comune, il Presidente -che può essere un religioso o un laico -e, su sua proposta, i membri del Consiglio di Presidenza,
2° discutere ed approvare le linee essenziali dell’attività.da attuare nelle diverse realtà ecclesiali,
3° eleggere il Rappresentante legale dell’ Associazione,
4° eleggere il Collegio dei sindaci composto di tre soci,
5° discutere ed approvare la relazione del Presidente e i bilanci del Centro Internazionale,
6° esaminare e valutare le proposte del Consiglio di Presidenza e dei soci in vista dell’incremento della M.I. nel mondo, tenendo presente anche 1 ‘aspetto amministrativo,
7° esaminare le relazioni dei Centri Nazionali.

L’elezione di un religioso all’ufficio di Presidente dev’essere confermata dal Superiore maggiore di competenza.

Art. 29: Al Presidente Internazionale, in collaborazione con l’Assistente, compete:

1° convocare due volte l’anno e presiedere il Consiglio di Presidenza,
2° indire ogni sei anni e presiedere l’ Assemblea Generale,
3° erigere i Centri Nazionali, sentito il parere del Consiglio di Presidenza,
4° coordinare il lavoro dei Centri Nazionali e favorire la comunione con gli Ordinari del luogo,
5° rappresentare l’ Associazione presso gli organismi della Sede Apostolica,
6° promuovere incontri, convegni di studio e la partecipazione a iniziative promosse da altre istituzioni, portando, ove sia utile e opportuno, il contributo del carisma della M.I.,
7° impegnare alla realizzazione del programma ufficiale dell’ Associazione i responsabili a livello nazionale, regionale, locale,
8° aggregare nuove Sedi M.I. e sopprimere per giusta causa o trasferire Sedi già aggregate,
9° con il parere del Consiglio di Presidenza ed in accordo con il Moderatore Supremo, dirimere eventuali conflitti all’interno dell’ Associazione.

Art. 30: E’ compito del Presidente presentare ogni anno anche al Moderatore Supremo una relazione scritta sull’attività dell’Associazione e sulla sua gestione amministrativa, secondo il dettato del can. 319 del CJC.

Art. 31: L’ Associazione non ha scopo di lucro. Le sue risorse sono costituite dai proventi delle attività specifiche del Centro Internazionale, dai contributi dei Centri Nazionali, da lasciti, donazioni e offerte varie, da sussidi di terzi, da eventuali sovvenzioni di enti pubblici e privati.

Art. 32: L’amministrazione dei beni spetta al Consiglio di Presidenza, il quale è investito della facoltà di compiere o autorizzare tutti gli atti e operazioni permessi all’ Associazione, purche non riservati all’ Assemblea Generale, e siano rotti rientranti nei fini istitUzionali.

Art. 33: Compongono il Consiglio di Presidenza Internazionale:

- il Presidente
- l’ Assistente
- il Vice Presidente
- il Segretario
- l’Economo
- due Consiglieri.

Art. 34: Gli incarichi o uffici a livello internazionale hanno durata sessennale e sono rinnovabili.
Le prestazioni fatte dai soci nell ‘esercizio di qualsiasi ufficio assunto nell’ambito dell’ Associazione rientrano nella categoria del volontariato e pertanto si intendono gratuite a tutti gli effetti, salvo rimborso spese su presentazione di nota giustificativa.

Art. 35: Compete al Consiglio di Presidenza Internazionale:
l° proporre, esaminare ed approvare progetti e iniziative secondo le finalità della M.I.,
2° discutere ed esaminare la relazione del Presidente Internazionale e il bilancio preventivo e consuntivo presentato dall’Economo,
3° esprimere il parere per l’ erezione dei Centri nazionali,
4° su indicazione del Presidente, predisporre la terna del Collegio dei Sindaci da presentare alla nomina dall’ Assemblea generale,
5° approvare i bilanci annuali del Centro Internazionale.
Spetta ancora al medesimo Consiglio, su proposta del Presidente e previa consultazione del Moderatore Supremo, nominare il Direttore del Miles Immaculatae, organo ufficiale dell’ Associazione.

Art. 36: Al Collegio dei Sindaci ’spetta il compito di esaminare il bilancio consuntivo e preventivo da sottoporre all’approvazione dell’ Assemblea generale.

Art. 37: Il Centro Internazionale M.I. risiede a Roma presso “Casa Kolbe”, via san Teodoro 42, dei Frati Minori Conventuali, storicamente Sede Primaria dove san Massimiliano istituì la Milizia dell’Immacolata.
Tutte le altre Sedi, erette in Sedi Filiali, fanno riferimento ai rispettivi Centri Nazionali.

Art. 38: I Centri Nazionali dipendono dal Centro Internazionale per quanto attiene la fedele interpretazione e realizzazione dei fini dell’Associazione, e sono retti da un proprio Direttorio, ratificato dal Consiglio di Presidenza Internazionale, sulla base dei presenti Statuti.

Compete al Presidente Nazionale presentare all’ Autorità religiosa, a norma del Direttorio Nazionale, una terna di nomi proposti dall’Assemblea, per la nomina dell’ Assistente Nazionale.

Lo stesso iter segue la nomina dell’Assistente Regionale o Provinciale.

Art. 39: Salva l’unità dell’ Associazione, ogni Centro Nazionale, previo consenso del Consiglio di Presidenza Internazionale, si adopera per ottenere il riconoscimento di personalità giuridica secondo le leggi dello Stato. .
Un rappresentante del Centro Internazionale è il primo dei soci fondatori del nuovo ente giuridico.
E’ richiesto il consenso del Centro Internazionale in atti economici che superino il limite stabilito dal Direttorio Nazionale.
In caso di cessazione dell’ente, sarà il Centro Internazionale a curarne la liquidazione patrimoniale con i poteri più estesi per realizzare l’ attivo e soddisfare il passivo. Il netto residuo sarà attribuito al Centro Internazionale medesimo.
Nella eventualità di vuoto legislativo, i singoli casi vengono risolti da opportuna convenzione.

Art. 40: In unità territoriali geograficamente vaste, può essere riconosciuto e istituito più di un Centro, Provinciale o Regionale, con caratteristiche e funzioni di Centro Nazionale.

Art. 41: Per la costituzione di un Centro Nazionale si richiedono almeno cinque Sedi locali, canonicamente erette, salvaguardando l’unità geografica come previsto dal Direttorio Internazionale.
Spetta al Centro Nazionale coordinare e promuovere l’Associazione in tutta la nazione, attraverso l’opera di Centri Regionali, Locali e Sedi Filiali.
Il Presidente Nazionale, eletto dall’ Assemblea a norma del diritto comune e dei presenti Statuti, viene confermato dal Presidente Internazionale che per diritto presiede la seduta.
Sarà cura del Presidente sottoporre le iniziative di maggiore importanza all’approvazione del Centro Internazionale, al quale inoltre invierà ogni anno dettagliata relazione, anche amministrativa, approvata dal rispettivo Consiglio di Presidenza.

Art. 42: Per sostenere l’attività del Centro Internazionale, i Centri Nazionali contribuiscono economicamente con una quota annuale stabilita dall’Assemblea generale.

Art. 43: Le Sedi Filiali vengono erette nelle chiese o oratori, tramite formale richiesta che il parroco/rettore o il superiore di una comunità religiosa rivolge all’Ordinario del luogo, il quale ne nomina l’Assistente ecclesiastico. .
Nelle Nazioni in cui è presente un Centro Nazionale, il parroco/rettore o il superiore della comunità religiosa deve agire in accordo con il Presidente Nazionale.
L’avvenuta erezione va comunicata al Presidente Internazionale il quale procede all’ aggregazione con atto congiunto dell’Assistente Internazionale.
I Centri locali non hanno bisogno di erezione canonica.

Art. 44: Alle Sedi Filiali e/o ai Centri locali fanno riferimento i gruppi costituiti presso parrocchie, comunità religiose, seminari o altre realtà ecclesiali.
Ogni gruppo svolge la propria attività in armonia con le linee di programma dei Centri Regionale e Nazionale.

Validità delle norme

Art. 45: Eventuali modifiche ai presenti Statuti devono essere decise dall’ Assemblea Generale e sottoposte all’approvazione del Moderatore Supremo e della Sede Apostolica (cf. can. 314).

Art. 46: Per quanto non espressamente previsto in questi Statuti si rimanda alle disposizioni canoniche vigenti in materia.

Norme transitorie

1. Il Consiglio di Presidenza Internazionale predisporrà un Direttorio Internazionale da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Generale.

2. I presenti Statuti entrano in vigore alla data dell’approvazione da parte della competente autorità ecclesiastica.

PONTIFICIUM CONSILIUM
PRO LAICIS

2827/97/AIC-75

DECRETO

Conforme alla richiesta di erezione ad Associazione pubblica internazionale della Pia Unione della Milizia dell’Immacolata sottoposta al Pontificio Consiglio per i Laici, con lettera del 29 agosto 1996 (Prot. N. 79/96), dal Procuratore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, su istanza del Ministro Generale del medesimo Ordine;

Tenendo presente la lunga e benemerita storia associativa della Milizia dell’Immacolata, nata il 16 ottobre 1917, il cui fondatore, P. Massimiliano Kolbe, OFM Conv., è stato poi dichiarato santo e martire da Sua Santità Giovanni Paolo II (10 ottobre 1982). Eretta a Pia Unione il 2 gennaio 1922 dal Vicariato di Roma, la Milizia dell’Immacolata ha ricevuto particolari attenzioni e speciali sollecitudini da parte dei Sommi Pontefici, quali, tra le altre, il Breve di Pio XI (18 dicembre 1926), che concede indulgenze e privilegi, e il successivo Breve dello stesso Pontefice Die XVIII Decembris (23 aprile 1927), con cui la Milizia dell’Immacolata viene elevata a Pia Unione Primaria. In data 8 novembre 1975 il Pontificio Consiglio per i Laici ne approvava gli Statuti Generali; approvazione che veniva rinnovata ad experimentum usque ad accommodationem novo Codici juris canonici, in data 20 dicembre 1980.

Avendo apprezzato l’avvenuto aggiornamento degli Statuti ai fini di conformare orientamenti e strutture alla nuova normativa canonica;

Considerando che la Milizia dell‘Immacolata è oggi presente nei cinque continenti, in 46 nazioni, con numerose sedi canonicamente erette, 27 Centri Nazionali e diverse opere di formazione cristiana e diffusione del Vangelo, raggiungendo ormai un totale di iscritti che aggira intorno ai quattro milioni;

Accogliendo con gratitudine la definizione data dallo stesso P. Kolbe alla Milizia dell‘Immacolata: “Una visione globale di vita cattolica sotto forma nuova, consistente nel legame con l’Immacolata, nostra Mediatrice universale presso Gesù” (Scritti Kolbiani 1220);

Apprezzando vivamente il fine della Milizia dell‘Immacolata, “universale come la sua missione”, secondo quanto proposto nei nuovi testi statutari:

“1°… collaborare alla conversione di tutti, “perché mediante l’intercessione della Vergine Maria, Regina degli Apostoli, le genti siano quanto prima condotte alla conoscenza della verità”(AG 42), all’osservanza della legge di Dio e all’unione con la Chiesa”, “affinché con l’aiuto della Madre di Dio diventino una sola cosa” (OE 30; MC 33);

“2°… collaborare alla santificazione di tutti e di ciascuno in particolare, sull’esempio dell’Immacolata, nella quale la Chiesa ‘contempla con gioia, come in un’immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere’(SC 103?; e in tal modo

“3°… procurare la massima gloria alla Santissima e indivisibile Trinità” (cfr LG 69);

Osservando che la Milizia dell‘Immacolata è sempre sotto l’ “altius moderamen” del Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali e trova tra i suoi convinti sostenitori e anche membri entusiasti non pochi Em.mi Cardinali, Ecc.mi Vescovi ed altri prelati;

Avendo attentamente studiato i nuovi Statuti generali elaborati dalla Direzione Internazionale della Milizia dell’Immacolata; dopo ampie consultazioni

IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI

DECRETA

l’erezione della Milizia dell‘Immacolata ad Associazione pubblica internazionale, a norma del can. 312, 1, 1° e ss. del Codice di Diritto Canonico, approvando al contempo i suoi Statuti Generali conforme al testo originale presentato e depositato nell’Archivio del Dicastero.

Stanislaw Rylko J. Francis Stafford
Segretario Presidente

Città del Vaticano
16 Ottobre 1997
80° Anniversario di Fondazione
Milizia dell'Immacolata
"zona  Bagheria"
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