Ave, Piena di Grazia! - Milizia dell'Immacolata Zona Bagheria

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«Ave, piena di Grazia!»
Nell’Ineffabilis Deus, il beato PIO IX, per descrivere i privilegi di Maria Santissima, specie della sua Immacolata Concezione, riprende la suggestiva simbologia biblica vetero–testamentaria.
Poichè gli stessi Padri e gli scrittori ecclesiastici erano pienamente convinti che l’Angelo Gabriele, nel dare alla beatissima Vergine l’annuncio dell’altissima dignità di Madre di Dio, chiamata in nome e per comando di Dio stesso, piena di grazia, insegnarono che con questo singolare saluto, mai udito prima di allora, si proclamava che la Madre di Dio era la sede di tutte le grazie divine, era ornata di tutti i carismi dello Spirito Santo, anzi era un tesoro quasi infinito ed un abisso inesauribile di quegli stessi doni divini. A tal punto che, non essendo mai stata soggetta a maledizione ma partecipe, insieme con il Suo Figlio, di eterna benedizione, meritò di essere chiamata da Elisabetta, mossa dallo Spirito di Dio: «Benedetta tu fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo seno».
Da tutto ciò derivò il loro concorde e ben documentato pensiero che, in forza di tutti questi doni divini, la gloriosissima Vergine, per la quale «grandi cose ha fatto colui che è potente», rifulse di tale pienezza di grazia e di tale innocenza da diventare l’ineffabile miracolo di Dio, anzi il culmine di tutti i miracoli e quindi degna Madre di Dio, la più vicina a Dio, nella misura in cui ciò è possibile ad una creatura, superiore a tutte le lodi angeliche ed umane.
Per questo motivo, con l’intento di dimostrare l’innocenza e la giustizia originale della Madre di Dio, i Padri non solo la paragonarono spessissimo ad Eva ancora vergine, innocente, non corrotta e non ancora caduta nei lacci delle mortali insidie del serpente ingannatore, ma la anteposero a lei con una meravigliosa varietà di parole e di espressioni. Eva, infatti, avendo dato ascolto disgraziatamente al serpente, decadde dall’innocenza originale, e divenne sua schiava, mentre la beatissima Vergine accrebbe continuamente il primitivo dono e, senza mai ascoltare il serpente, con la forza ricevuta da Dio ne annientò la violenza ed il potere.
Un altro testo biblico su cui si fonda la verità rivelata dell’Immacolata Concezione è il saluto dell’Angelo Gabriele a Maria di Nazaret, all’ Annunciazione (Lc 1,28) . L’Angelo Gabriele chiamò Maria «piena di grazia», ed i Santi Padri hanno letto in questo singolare saluto dell’angelo la rivelazione che Maria «era la sede di tutte le grazie divine, era ornata di tutti i carismi dello Spirito Santo, anzi era un tesoro quasi infinito e un abisso inesauribile di quegli stessi doni divini» (Ineffabilis Deus).
La benedizione di santa Elisabetta, poi, alla Visitazione, fu una conferma della trascendenza di Maria, chiamata la «Benedetta» fra tutte le donne, ossia la «Benedetta» per eccellenza, la quale «rifulse di tale pienezza di grazia e di tale innocenza da diventare l’ineffabile miracolo di Dio, anzi il culmine di tutti i miracoli e quindi degna di Madre di Dio, […] superiore a tutte le lodi angeliche ed umane»(Ineffabilis Deus).
Le parole dell’Enciclica, come si vede, non risparmiano mai le lodi superlative all’Immacolata Concezione, servendosi di espressioni altissime che sembrano quasi esaurire il vocabolario nell’esaltazione dell’Immacolata, presentata nella sua eccelsa grandezza ed inesprimibile sublimità.
E davvero «culmine di tutti i miracoli» fu Maria all’atto stesso della sua concezione, ossia al primo battito del suo cuore nel grembo materno, allorché – come attestano diversi Padri e Dottori della Chiesa - Ella ebbe anche l’esperienza della visione beatifica di Dio Uno e Trino. Ma se l’Immacolata era così sublime all’inizio della sua esistenza, che cosa sarà stata poi, al termine della sua vita tutta trasfigurata dalla Maternità verginale e Divina, dalla Sponsalità con lo Spirito Santo, dalla Maternità corredentiva e dall’Assunzione gloriosa in anima e corpo al Cielo?
Per questo Maria, già nella sua Immacolata Concezione, paragonata ad Eva ancora innocente, prima della caduta nella colpa originale, risulta essere ben superiore ad Eva per la sua pienezza di grazia, per la sua obbedienza e fedeltà a Dio e per la sua dedizione generosa al piano salvifico della Redenzione universale, al quale ha cooperato attivamente e immediatamente come Corredentrice unita al Figlio Redentore.




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